«Non so se mi resta molto da vivere, ma vorrei morire da cittadina italiana. Credo di esserne degna, dopo aver aiutato le forze dell’ordine di questo Paese a combattere la tratta delle schiave del sesso e teso una mano a molte donne finite sulla strada». A chiamare la nostra redazione è Adelina, ex prostituta di origini albanesi che si è ribellata ai suoi sfruttatori che l’avevano costretta a vendere il suo corpo, grazie “ai suoi angeli” come chiama gli uomini in divisa che l’hanno aiutata a cominciare una nuova vita.
Negli anni, è diventata un simbolo di legalità e di coraggio, ma per lo Stato italiano Adelina è un fantasma. Tre lettere completano la casella della cittadinanza sul permesso di soggiorno per casi speciali concesso alla donna: xxx. Un permesso che scadrà ad ottobre 2019. Dopo aver vissuto più di 20 anni nel Belpaese, per l’invisibile Adelina è iniziata una corsa contro in tempo: ha paura di un’ulteriore stretta che potrebbe portare alla sua espulsione. Per questo, ha deciso di rivolgersi direttamente al ministro dell’Interno, Matteo Salvini per chiedere che la sua posizione venga regolarizzata.
«Ministro, la sento spesso parlare di buonsenso. Credo che sia proprio di buonsenso concedermi la cittadinanza italiana. Penso di meritarla. Ho salvato tante ragazze dalla strada, convincendole attraverso la mia testimonianza e il mio esempio che potevano farcela. Ho scritto libri sulla mia storia, ma ho devoluto il ricavato in beneficenza. Tutto quello che ho avuto, l’ho dato agli altri. Ora sono io che ho bisogno. Lo Stato Italiano mi aveva promesso protezione e, invece, mi ritrovo sola nel momento peggiore della mia vita», ha dichiarato.
Alma Sejdin, questo il suo vero nome, oggi sta combattendo un’altra battaglia: contro un tumore invasivo. Ha un cancro al seno, è stata operata con una mastectomia bilaterale al policlinico San Matteo di Pavia e dal 28 giugno sta affrontando diversi cicli di chemioterapia, prima di iniziare le previste 25 sedute di radioterapia. «Il tempo che mi resta da vivere su questa terra, poco o tanto non importa, vorrei viverlo da cittadina degna di questo Paese», ha ripetuto al telefono.
È un fiume in piena. Nelle sue parole si mescolano rabbia, delusione, forza e tanta voglia di vivere. Nonostante tutto.
