“Psimotricitá outdoor; emozioni in gioco”, a Taviano un campus gratuito per bambini con disabilità psicomotoria

L’iniziativa prenderà il via il 4 luglio e si concluderà il 5 agosto, per un totale di tre incontri a settimana: due la mattina e uno il pomeriggio.

A Taviano l’Amministrazione Comunale mette in cantiere un nuovo progetto nell’ambito del sociale, voluto dall’Assessore alle Politiche Sociali e Vicesindaco Serena Stefanelli; si tratta del progetto “Psimotricitá outdoor; emozioni in gioco” rivolto a 10 bambini con una delicata disabilità, affetti da disturbi psicomotori o cognitivi, da un disturbo dello spettro autistico, o da deficit di attenzione e iperattività, che potranno usufruire di un campus gratuito dal 4 luglio al 5 agosto prossimi, per un totale di tre incontri a settimana: due la mattina e uno il pomeriggio.

Un’iniziativa da tenersi all’aria aperta, finalizzato a favorire la socializzazione dei piccoli e a stimolare l’espressività delle loro emozioni attraverso laboratori e attività creative in cui saranno seguiti da una psicologa e da personale attrezzato. Termine ultimo di scadenza delle domande di iscrizione il prossimo 10 giugno, e già si parla di un progetto pilota o, per usare le parole dell’Assessore Serena Stefanelli, “Di un ulteriore tassello di un vasto mosaico di inclusione sociale che come Amministrazione stiamo cercando di realizzare, allo scopo di non lasciare nessuno indietro, con particolare cura e premura per quelle situazioni di disabilità e di disagio che interessano soprattutto i bambini. Abbiamo tanto da imparare dai nostri piccoli, e chi ha delle problematiche ha una ricchezza in più da dare e noi adulti dovremmo saper cogliere e valorizzare. A tutto ciò si aggiunge l’importanza dello stare insieme, della comunicazione, del dialogo che arricchisce ed edifica sempre e chiunque”.

“Ci occupiamo e ci preoccupiamo di tutti, soprattutto dei nostri bambini a cui è legato il nostro futuro”, afferma il primo cittadino Giuseppe Tanisi. “Ci stanno a cuore quelle particolari condizioni di disagio che vivono alcune famiglie per le quali questi nostri progetti costituiscono un segno tangibile di vicinanza e di sensibilità da parte delle istituzioni. Educare infine è un processo maieutico: si tratta di saper trarre da ognuno, specie dai nostri piccoli, un tesoro nascosto da difficoltà espressive che abbiamo il dovere di abbattere”.



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