«Dinanzi al virus siamo tutti uguali», la comunità cinese dona 28mila mascherine a Lecce e al Salento

La consegna si è tenuta questa mattina alla presenza del sindaco di Lecce Carlo Salvemini e di una rappresentanza della comunità cinese.

Si sono voluti sentire a tutti gli effetti parte della comunità in cui ormai vivono da tanti anni e contro ogni pregiudizio si sono messi insieme ed hanno avviato una raccolta fondi per acquistare dispositivi di protezione individuale da donare ai salentini per contrastare il coronavirus.

Così una delegazione in rappresentanza delle cittadine e dei cittadini cinesi che risiedono nel capoluogo questa mattina si è presentata presso il Centro operativo comunale di Via Giurgola, coordinato dalla Protezione Civile, per donare un carico di 28mila mascherine chirurgiche a tre veli. 25mila di queste mascherine saranno distribuite alla popolazione di Lecce e 3mila agli abitanti di altri comuni del Salento.

A coordinare la donazione spontanea ci ha pensato un imprenditore di origine cinese residente nel Salento che ha lanciato una vera e propria gara di solidarietà coinvolgendo i propri connazionali residenti a Lecce e in provincia.

La raccolta fondi è stata destinata all’acquisto del carico e alla spedizione internazionale dei dispositivi di protezione individuali, che sono giunti in città in scatoloni sui quali è riportata la scritta in italiano e in caratteri cinesi: “Forza Italia. Di fronte al virus siamo tutti uguali. lottiamo insieme per la nostra patria comune”.

«Ringrazio tutta la comunità cinese della provincia di Lecce per questa iniziativa spontanea che rafforza quello spirito di comunità che tiene uniti tutti coloro i quali vivono nel nostro territorio – ha detto il sindaco Salvemini – è bello e significativo per tutti noi che la comunità dei cinesi che vive ormai da anni nella provincia avverta questo senso di appartenenza al territorio, che si traduce in attivo sostegno. Nei prossimi giorni dettaglieremo le modalità di distribuzione di questo dispositivi di protezione, in modo che possano beneficiare della donazione in particolare le persone con fragilità che hanno difficoltà a procurarseli autonomamente».



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