‘Con questa comunità è stato amore a prima vista’, il commovente discorso di mons. D’Ambrosio

‘Ho amato e continuerò ad amare molto questa comunità’, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio legge un commovente messaggio alla città, aprendo così le celebrazioni in onore dei santi patroni Oronzo, Giusto e Fortunato.

Questo messaggio non era nei miei programmi. Fa parte di inaspettati e non richiesti ‘tempi supplementari’. Mi rivolgo a voi nell’esercizio pieno del mio ministero con la passione, l’attenzione, l’amore e il rispetto che porto a questa ‘mia’ città. Per qualche altro mese potrò fregiarmi di questo aggettivo che non indica possesso ma soltanto amore grande. Lasciandovi dovrò far mia la città che mi accoglierà ma voi rimanete in quello spazio che tutto conserva e nulla dimentica: il cuore!”. Comincia così il messaggio che l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, ha voluto rivolgere alla città, aprendo le celebrazioni in onore dei santi patroni Oronzo, Giusto e Fortunato. Delle parole dettate con un filo di commozione, considerando che quei “tempi supplementari” da lui stesso citati sono ormai agli sgoccioli. Un pensionamento posticipato, il suo, ma che giungerà a breve.

Posso dire che il mio è stato amore, come si suol dire, a prima vista”, prosegue. “Nessun calcolo, nessun interesse ma la passione del e per il Vangelo di Gesù Cristo e per il suo destinatario: l’uomo. Sta qui la ragione del mio essere vescovo. Vi ho conosciuti per amarvi, per cogliere il molto di bello, di buono, di generosità accogliente, e non giudicante che, per molti versi, vi appartiene”. Il vescovo rivolge un saluto alle autorità, civili, politiche e militari, in particolare al Prefetto Palomba ed alla nuova amministrazione comunale. “Signor Sindaco, Consiglio e Giunta Comunale la mia cordiale amicizia, la mia stima, il mio augurio affettuoso perché sappiate stare tra la gente, ascoltare la gente, servire la gente. È questo un esercizio difficile ma alla fine paga in termini nuovi di partecipazione e condivisione”.

Le nostre realtà (parrocchie, oratori, centri pastorali) – continua – vogliono essere sempre più case di vetro dove chiunque lo desideri può entrare, trovare disponibilità, ascolto, e molto spesso il pane materiale che viene spezzato, moltiplicato e donato a chi non ha quello per ogni giorno. Talvolta facciamo fatica a dare risposte ad ogni richiesta, emergenza, esigenza, se pensiamo che la media giornaliera del pane, e non solo, da spezzare e condividere è per cinquecento-seicento persone. Possiamo ben dire che la Provvidenza, che si materializza nel volto di tanti, non ci lascia mai in panne e i suoi miracoli si moltiplicano ogni giorno”.

Utilizza, poi, una metafora di Papa Francesco: “Siamo chiamati ad essere ‘persone-anfore’ per dare da bere agli altri” (EG86). “La Chiesa non è elite – specifica – è popolo di Dio in cammino nella storia. Per questo continueremo a camminare con voi e auguro a questa comunità a questa Chiesa di non accettare mai di essere confinata in spazi chiusi e superprotetti che ci trasformerebbero in ‘mummie da museo’ . “I Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato che questa sera han percorso le nostre strade, stanno ad indicarci che dobbiamo uscire dai luoghi a noi familiari e ben conosciuti”. “Vogliamo, mi auguro, dobbiamo come Chiesa, abbandonare le nostre sacrestie e i luoghi in cui la facciamo da padroni e scegliere il precariato e l’incertezza della strada per caricarci delle reali attese, dei bisogni, delle priorità, della rabbia e delle lacrime dei troppi poveri, emarginati, abbandonati, esclusi. Certo non è facile passare da una pastorale attendista a una pastorale del Vangelo della strada”.

Il consueto saluto ai “molti nostri ospiti, che anche se nascosti e protetti dal muro di cinta di Borgo San Nicola, 4 e privati della pienezza della libertà, vivono e partecipano, anche se in condizioni diverse, alla festa di tutta questa comunità” ed ai “molti ammalati degenti nel nostro Ospedale ‘Vito Fazzi’, nelle case di cura, nelle proprie case. Per loro la nostra preghiera: possano i nostri Santi intercedere per loro e per il loro pieno ritorno , rinfrancati nello spirito e guariti nel corpo, alle loro case. Agli ospiti della Casa della carità, delle nostre mense e dei punti ristoro che quotidianamente la carità della nostra Chiesa sa accogliere e ristorare, un saluto e un benvenuto alla nostra festa”.

Concludo questo mio ultimo breve ma intenso messaggio affidando all’intercessione e alla certa protezione dei SS. Oronzo, Giusto e Fortunato, questa grande assemblea”. “Vi ringrazio per la pazienza con cui mi avete sopportato, per il bene che mi avete riservato, per la fatica certa ma anche feconda del dialogo per la collaborazione talvolta incerta ma sempre pronta e disponibile Ho da chiedervi scusa se non sempre sono stato generoso nel ricambiare il molto che mi avete donato. Di sicuro posso ripetervi, senza enfasi e senza tema di esagerare, che ho amato e continuerò ad amare e molto questa comunità”.

Fra qualche mese mi ritirerò in un luogo nel quale molti di voi di sicuro avranno occasione di recarsi. Ed io lì sarò ad attendervi, accogliervi, abbracciarvi.

Quando questo accadrà, per me sarà festa grande! I nostri Santi vi proteggano e Dio vi benedica”.



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