Secondo le stime di Confartigianato, le imprese pugliesi risparmierebbero ben 60 milioni di euro, a parità di reddito dichiarato, se la misura del taglio dell’ Ires ( imposta sul reddito delle società ) contenuta nella legge di stabilità entrasse in vigore sin dal prossimo anno, con un risparmio medio pari a circa 134mila euro.
La riduzione dell’ aliquota Ires dal 27,5 al 24 per cento, annunciata dal premier Matteo Renzi durante l’ultimo Consiglio dei ministri, è prevista a partire dal 2017, ma lo sperato anticipo già a partire dal prossimo anno sarebbe possibile ad una sola condizione:” Se la Commissione europea riconoscerà lo 0,2 per cento di spazio di Patto in più (circa 3,3 miliardi) per l’evento migratorio eccezionale”.
Secondo Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia, le simulazioni effettuate dal Centro Studi regionale rendono l’idea di quale sia l’effettiva ricaduta locale di uno degli interventi più importanti della manovra: “Probabilmente, considerata la composizione del tessuto produttivo pugliese, l’impatto del taglio IRES non è così rilevante come in altri territori italiani, a maggiore densità di imprese in forma societaria.”
Sgherza ritiene che, nel complesso, la legge remi in direzione favorvole, con l’incremento della franchigia IRAP,l’introduzione della possibilità di recuperare immediatamente l’IVA sui crediti insoluti e una rivisitazione del regime forfettario dei “contribuenti minimi”. “Importante è che si sia scongiurato l’aumento dell’IVA, per evitare di pregiudicare ulteriormente i consumi. Positivi anche gli interventi previsti in favore delle ristrutturazioni edilizie.”
Di contro però, i provvedimenti a misura di piccola impresa tardano ad arrivare e ne è prova il fatto che gli immobili strumentali siano ancora oggi onerati da una paradossale tassazione per quanto riguarda l’IMU.Con la delega fiscale accadrebbe anche che le imprese soggette all’ Irpef vedrebbero non prelevate, purchè reinvestiti in azienda, le risorse che si sarebbero dovute pagare con l’aliquota Ires.
"Infine – conclude Sgherza – la conferma dell’esonero contributivo per incentivare le assunzioni o le trasformazioni a tempo indeterminato è sicuramente un provvedimento apprezzabile. Peccato, però, che per alimentare tali misure, il Governo continui ad attingere a piene mani dai fondi europei originariamente destinati al Mezzogiorno, di fatto utilizzati alla stregua di un bancomat."
