Sono passati 18 giorni da quando è scattata la fase 2 di convivenza con il virus e la curva dei contagi sembra continuare la sua discesa. Nessun aumento dei numeri, come temuto, dopo la fine del lockdown e le regole restrittive imposte per spezzare la catena dei contagi. Ora c’è la distanza di sicurezza, ci sono le mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi o dove non è possibile ‘misurare’ il metro necessario tra le persone e una serie di accorgimenti da mettere in pratica per tornare alla normalità.
Buone notizie, quindi, come conferma anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa settimanale sull’andamento dell’epidemia. «La curva è stabile e in calo. Ora tanto più andremo verso un numero di casi limitato tanto più il sistema sarà sensibile per individuare subito i casi», ha spiegato Brusaferro. Ma il virus circola ancora, precisa, e non bisogna abbassare la guardia, pensare che sia stato sconfitto anche perché sta crescendo la quota degli asintomatici, delle persone che non hanno nessun sintomi o sintomi lievi. Per questo, i comportamenti corretti si rivelano determinanti per frenare, bloccare la circolazione del virus nel Paese.
Rt sotto 1 in tutte le regioni
Come ormai noto, nella fase scattata dal 4 maggio uno dei valori da tenere sotto controllo è l’indice di contagio Rt. Tutte le regioni hanno ormai alle spalle valore 1 tranne la Val d’Aosta, che registra 1.06. Il dato emerge dal report settimanale del monitoraggio sulla fase 2 dell’Iss.
La stima di Rt regione per regione:
Abruzzo 0,86
Basilicata 0,63
Calabria 0,17
Campania 0,45
Emilia Romagna 0,46
Friuli Venezia Giulia 0,63
Lazio 0,71
Liguria 0,52
Lombardia 0,51
Marche 0,48
Molise 0,51
Piemonte 0,39
Bolzano (provincia autonoma) 0,45
Trento (provincia autonoma) 0,77
Puglia 0,56
Sardegna 0,27
Sicilia 0,69
Toscana 0,59
Umbia 0,53
Valle d’Aosta 1,06
Veneto 0,56
«Ma l’Rt non è una pagella, ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va letto con altri dati» ha spiegato Brusaferro.
Il virus è ancora in circolazione: «Non escludiamo un incremento»
Non bisogna abbassare la guardia leggendo i dati che sembrano incoraggianti. Segno che il Paese ha retto bene la fine del lockdown e il ritorno alls “normalità”, ma guai a pensare che la partita sia vinta. Basta poco a vanificare i sacrifici fatti finora.
«Il virus circola ancora, non possiamo permetterci di allentare le misure di comportamento individuale. Non possiamo escludere un incremento nelle prossime settimane, ma l’importante è che abbiamo gli strumenti per intercettarli» ha concluso Brusaferro.