Coronavirus, la fuga dalla Lombardia è un ‘errore’ che il Sud pagherà caro

Panico dopo le notizie trapelate della possibile chiusura della Lombardia. Centinaia di persone hanno affollato le stazioni di Milano alla ricerca dell’ultimo treno per il sud.

Far trapelare la bozza del decreto del Governo è stato un errore imperdonabile che rischia seriamente di trasformarsi in una bomba ad orologeria. Se è vero, come fonti hanno confermato, che la decisione di chiudere la scuola è stata ‘necessaria’ per impedire la diffusione del Covid-19 al Sud, le fughe di notizie sulla possibile chiusura della Lombardia avrà delle conseguenze su quel meridione impreparato ad affrontare l’emergenza.

Basta guardare cosa è accaduto alle stazioni di Milano per capire lo sbaglio commesso in un momento delicato. Mentre sui social circolavano bozze, più o meno attendibili, con misure severissime per combattere il Coronavirus centinaia di studenti e lavoratori hanno affollato i binari, in barba alla distanza di sicurezza di almeno un metro, alla ricerca di un treno per tornare a casa prima del “coprifuoco”.

I racconti che arrivano dalle banchine sono disperati. Chi non è riuscito a trovare un biglietto è disposto a tutto per non rimanere “imprigionato” in isolamento sine die: c’è chi cambia ‘destinazione’ scegliendo qualunque città utile pur di lasciare la regione, chi sale ugualmente senza biglietto e persino senza bagagli, chi si organizza per noleggiare un’auto dividendosi le spese. Stesse scene alle prime luci del mattino. Nessuno controlla chi sale sui treni. È il panico. Lo stesso premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa a ‘danno fatto’ ammette che quanto accaduto è inaccettabile.

Giusto, giustissimo che una figlia rimasta da sola a Milano voglia tornare a casa dalla mamma. Che uno studente, con le Università chiuse, voglia passare questi giorni delicati in famiglia. Che un lavoratore costretto a stare a braccia conserte scelga di tornare a Napoli, Bari o Lecce che sia. Ma si doveva gestire tutto diversamente, con calma, parmettendo ai fuori-sede di lasciare in sicurezza quella Lombardia blindata.

E, invece, la bozza di un decreto non ancora ufficiale fatta filtrare dalla stanza dei bottoni ha reso reale quello che tutti temevano sarebbe successo. A Milano, stazione di partenza è il caos. E nelle città dove si fermeranno quei treni (o quelle auto) ora si guarderà con sospetto ‘chi è tornato dal Nord’ per paura che, nella valigia fatta in fretta e furia, tra i maglioni e le scarpe si nasconda anche lo spettro del virus. E il dubbio che questo esodo aiuti a diffonderlo è più che concreto.

Così come ha scritto il virologo Roberto Burioni che, senza mezzi termini, parla di un sabato notte di “Follia pura”. «Si lascia filtrare la bozza di un decreto severissimo che manda nel panico la gente – scrive su Twitter – che prova a scappare dalla ipotetica zona rossa portando con sé il contagio. Alla fine l’unico effetto è quello di aiutare il virus a diffondersi».



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