Se la popolazione mondiale aumenta al punto di toccare quota 8miliardi di abitanti del Pianeta Terra, l’Italia va in controtendenza al punto che, secondo le proiezioni dell’Istat, fra 30anni, nel 2050 e dintorni, potremmo essere 5 milioni in meno con un decremento soprattutto di giovani.
Già, perché sempre l’Istat manda a dire che se si continua così, sempre nel 2050, le nascite nel Belpaese potranno restare di gran lunga sotto le 300mila unità.
Dati che ovviamente preoccupano e non possono lasciare indifferenti. Su Il Sole 24 Ore, in una lunga intervista, la ministra Eugenia Roccella ha annunciato un piano strategico per la natalità. Del resto il senso della sua delega è proprio quello, dal momento che la Roccella oltre ad essere ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità ha assunto anche la delega sulla Natalità.
L’Italia non è mai stato un Paese per giovani, a dirla tutta. Rischia però di diventare anche un Paese senza bambini. Significativo il fatto che da noi si diventa mamma in età sempre più avanzata, con tutte le difficoltà del caso. Secondo i dati del Ministero della Salute, infatti, le culle si riempiono dopo che la mamma ha compiuto da un pezzo i 30 anni, 33 per la precisione. Al Sud va meglio che al Nord ma diminuisce anche qui drasticamente il numero di figli per nucleo familiare. Chi oggi comincia a diventare adulti, però, potrà dormire sonni tranquilli: nel 2050 crescereno a dismisura gli ultranovantenni e gli ultracentenari.