L’Istat scatta un’inquietante fotografia che riflette un’Italia ancora una volta segnata da un digital gap tra nord e sud: “un terzo delle famiglie non ha pc o tablet in casa, Sud penalizzato” e continua “Oltre la metà dei ragazzi condivide i dispositivi con la famiglia (…) Solo il 6,1% tra 6 e 17 anni vive in nuclei dove è disponibile almeno un computer per componente”.
L’emergenza sanitaria e il doveroso confinamento a casa dei cittadini ha messo in evidenza la necessità di avere una strumentazione adeguata per consentire agli studenti la possibilità di seguire le lezioni a distanza e non tutti hanno avuto la possibilità di collegarsi alla rete con pc e tablet.
Seppure lo smartphone sia molto diffuso, per seguire le lezioni a distanza è spesso necessario l’uso di strumentazione adeguata come un pc oppure un tablet. Al di là di questo, uno dei problemi è stata la condivisione dell’attrezzatura considerando che, sempre dai dati Istat (Auditel-Censis), risulta che il 57% degli italiani condivide il pc in famiglia.
Il Covid ha certo sottolineato le criticità in tema di digital divide, ma al tempo stesso bisogna tener da conto che lo ha fatto in un periodo dove c’è stato il boom dello smart working e la scuola si è praticamente declinata sul web con le lezioni a distanza.
È quindi doveroso sottolineare che invece, al di là dell’emergenza, l’Italia si si sta sempre più digitalizzando e anche grazie a smartphone e alle Smart tv che hanno conquistato non solo i più giovani ma anche gli over 65. Risulta infatti che gli accessi da desktop sono diventati inferiori rispetto a quelli da mobile e il merito non è solo dei giovani.
A rendere così appetibile il mobile, e ribadiamolo non solo per le nuove generazioni ma anche per i genericamente “over”, è soprattutto il fatto di poter accedere alla rete in ogni momento della giornata. In rete si accede ai social ma si accede anche a servizi, si fanno acquisti e ci si intrattiene: le nuove piattaforme come Netflix hanno certamente accelerato e dato una spinta al nuovo trend, ma anche e soprattutto le piattaforme di giochi online, frequentati perlopiù da una fascia d’età medio alta che sfida la dea bendata nei casinò on line o siti di scommesse.
Riporta ancora il Censis che l’utilizzo degli smartphone si assesta soprattutto nella fascia d’età che va tra i 35 e i 44 anni ma che anche i nativi analogici stanno trasmigrando verso i device.
E, per concludere, se rispetto ad altri Stati dell’Europa l’indice di digitalizzazione stilato dalla Commissione Europea vede l’Italia ancora in posizione bassa, vuoi il nuovo trend, vuoi anche purtroppo l’emergenza, possiamo con molta provabilità affermare che il gap si stia notevolmente accorciando.