Presenta la domada di ‘ricostruizione carriera’, il Provveditorato risponde dopo 24 anni. Il lungo travaglio di un’insegnante salentina

Aveva presentato nel 1995 la domanda di ‘ricostruzione carriera’ al Provveditorato degli studi di Lecce, ma per 25 anni nessuno ha mai preso in carico la richiesta

Venticinque anni sono un tempo importante nella vita di una persona. Cinque lustri o un quarto di secolo a seconda di come si preferisca dire. Venticinque anni sono un tempo sufficiente per poter stilare bilanci importanti. Ma a Lecce e nel Salento possono anche essere il tempo giusto per ricevere la risposta ad una domanda di «ricostruzione carriera», finalizzata al calcolo dei contributi per il trattamento di fine rapporto o ai fini della pensione. È quello che è accaduto ad una nostra lettrice che ci racconta l’episodio con dovizia di particolari.

Nel 1995 la signora, una insegnante, era appena entrata in ruolo nelle scuole pubbliche dopo svariati anni di attività in scuole private parificate. Il segretario del nuovo istituto, dove aveva preso cattedra, ebbe la prontezza di segnalarle questa situazione: avrebbe dovuto scrivere al Provveditorato agli studi di Lecce per chiedere la riconguinzione contributiva ai sensi dell’art. 2 della legge numero 29 del 7 febbraio 1979. Insomma, serviva alla docente anche per ottenere il giusto inquadramento stipendiale. E la docente così fece. Era il 15 dicembre del 1995.

Gli anni passavano e la maestra, non essendo una esperta di buste paghe, notava delle detrazioni che era certa riguardassero proprio quella ricongiunzione richiesta a metà degli anni novanta. Grande è stata la sorpresa quando, grazie al passaparola tra colleghe, si è resa conto che quella richiesta inoltrata agli uffici del Provveditorato non era mai stata presa in carico. E giaceva come lettera morta. Recatasi in via Cicolella per chiedere informazioni, con stupore, ha notato che su un davanzale, in bella vista, erano ammucchiate alcune domande come la sua. Tenute lì da chissà quanto tempo. Ha così chiesto al personale i motivi del ritardo (per i quali non ha avuto risposta) e di farsi carico di quella domanda, visto che lentamente si avvicinava anche il periodo del pensionamento.

Finalmente, in data 25 settembre 2019, la sua domanda è stata accolta, dopo 24 anni dalla sua presentazione. Con una piccola beffa che tanto sapeva di pena del contrappasso: la maestra aveva solo cinque giorni di tempo per mettersi in regola con le carte e i versamenti connessi a quella richiesta fatto ben due decenni e mezzo prima. Del resto, la pubblica amministrazione è sempre così: rapidissima nel chiedere ciò che le spetta, lenta, molto lenta nel dare risposte su ciò che dovrebbe essere di sua competenza.



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