Il marito è bloccato a Gaza, l’appello di Emanuela: ‘aiutatemi ad avere una famiglia’

Un appello disperato e doloroso quello di Emanuela, costretta a viaggi estenuanti fino a Gaza per poter stare con il marito, bloccato nella sua terra d’origine.

«Ho diritto ad avere una famiglia. Ho diritto ad avere una vita normale, ma non posso se devo lasciare mio figlio di 11 anni  in Italia per vedere mio marito bloccato a Gaza». Sono parole piene di tristezza quelle di Emanuela, che ha deciso di raccontare la sua storia per chiedere aiuto per il marito, bloccato nella sua terra. Sposati dal 2017, questa giovane coppia non ha mai conosciuto cosa sia la quotidianità, quella fatta di condivisione, di cose semplici, di gesti, di amore.

Lui, 37enne, nonostante abbia il visto da un anno per venire in Italia non è riuscito a lasciare Gaza, a causa di alcune difficoltà. Per ben sei volte ha cercato di raggiungere il Salento, dove lo aspetta un nuovo futuro, ma è stato sempre rimandato indietro, apparentemente senza alcun motivo, senza spiegazioni che possano giustificare questa ‘separazione forzata’. Anche i tentativi di partire con la moglie, dal lato egiziano, sono stati inutili.

«Ho provato a contattare il Consolato Italiano a Il Cairo per cercare di risolvere questa situazione – ha dichiarato la donna –  ma mi è stato risposto che non possono fare nulla per mio marito, non avendo il passaporto italiano».

Anche trovare altre strade da percorrere – come dal lato israeliano – sembra impossibile e la ‘paura’ sembra prendere il sopravvento. «Mio marito è stato per 10 anni dipendente in un Ospedale qui a Gaza, amministrato dall’attuale partito al potere e questo ci preoccupa. Nonostante non abbia mai partecipato alla vita politica, abbiamo paura».

Aiutatemi, ripete Emanuela che ha dovuto lasciare un lavoro sicuro per questa situazione.  «Ogni volta devo lasciare mio figlio, che ha solo 11 anni, per poter stare accanto a mio marito, con tutte le difficoltà del viaggio e i pericoli che vivo. Ogni volta che sono a Gaza assisto a dei bombardamenti».

Non solo, il marito ha bisogno di un intervento chirurgico che rimanda nella speranza di riuscire a partire, di raggiungere l’Italia.

«Ho diritto ad avere una vita normale», ripete Emanuela. Sperando che la sua richiesta di aiuto venga ascoltata.



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