Pilastro della famiglia, ieri come oggi. Tanti auguri, Mamma

Come tutte le ricorrenze anche la festa della mamma negli anni è diventata sempre più una celebrazione tutta ‘commerciale’. Eppure bisognerebbe ricordarsi ogni giorno che di mamma ce n’è una sola.

Festa antica, diffusa in tutto il mondo, quella dedicata alla mamma che in molti Paesi, come in Italia, si celebra la seconda domenica di maggio. E come spesso accade – a dispetto del suo vero significato – ecco che la giornata dedicata alla persona più importante al mondo per un figlio si “trasforma” in un pretesto per discutere, per riflettere sul ruolo che queste piccole grandi donne hanno avuto in passato e hanno oggi nella società.

Già le mamme, colonne portanti della famiglia da sempre, meriterebbero qualcosa in più di un messaggio o di un mazzo di fiori, di un gesto fatto semplicemente perché la data lo impone. Certo, ciò non toglie che siano importanti anche rose, disegni e cioccolatini, soprattutto se donati in modo sincero, ma più di tutte, la festa della mamma dovrebbe servire a capire cosa significa oggi per una donna scegliere di dare alla luce un figlio senza rinunciare ad essere se stesse o qualcos’altro.

Perché nel 2021, le mamme hanno smesso “profumare” di bucato, di borotalco, di biscotti appena sfornati. Così, almeno, le abbiamo sempre immaginate anche senza scomodare cinema e letteratura. Oggi, sono e devono essere mamme che lavorano, mamme che devono dividersi, farsi in quattro per far quadrare i conti, mamme che devono portare i pantaloni, mamme multitasking come piace definirle. Perché è difficile essere mamme in tempi di crisi, quando la lingua moderna imposta dal politicamente corretto che di solito fa passi da gigante salvo poi inciampare su qualcosa che sa di discriminazione. Essere madri oggi è paradossalmente più complicato di un tempo.

Non bisognerebbe mai dimenticare, come scriveva Oriana Fallaci che «essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti».



In questo articolo: