
Da un lato i festeggiamenti, dall'altro la disperazione di gente che combatte per riottenere un diritto sacrosanto: quello al lavoro. Gli ex operai Bat, ieri sera, hanno voluto manifestare il proprio disagio proprio durante la processione che inaugura le festività dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato. E l'Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Domenico Umberto D'Ambrosio, durante il suo classico discorso inaugurale – tenutosi in Piazza Duomo – è stato molto compresivo nei loro confronti. "Dobbiamo cercare di aiutarli a tutti i costi". Un segno di vicinanza, di conforto, di affetto. E non solo. Perché nelle sue parole, il Pastore della Chiesa di Lecce ha voluto sottolineare quanto Papa Francesco, lo scorso 24 novembre, disse nell'Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, ovvero 'Signore chiede e tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalle proprie comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo'.
Un cristiano è anzitutto testimone; persona impegnata nella società e operante nei crocicchi delle strade per aiutare concretamente i più bisognosi. Nonostante i giorni di festa, D'Ambrosio parla della condizione attuale che stiamo vivendo usando il termine 'periferie esistenziali' e "la nostra festa non può allontanarci da queste periferie che sono tante anche tra noi". Prima periferia della nostra città? Il carcere di Borgo San Nicola. "Una struttura pesante" e poi ancora "un corpo estraneo". "una realtà sociale scomoda, una vera sacca di emarginazione sociale". "Vengo a dirvi che il carcere è veramente una periferia esistenziale oltre che reale, in cui sono tanti i problemi e le povertà che si vivono: sovraffollamento, carenza di prospettive educative, ozio obbligato, talvolta carenza della sicurezza del diritto e della pena".
Per noi cristiani il carcere è una sfida, un termometro per la nostra fede. Più avanti, inoltre, il Vescovo ha sottolineato l'opera di alcune associazioni di volontariato tese a promuovere il reinserimento sociale durante l’esperienza detentiva e al termine dello sconto della pena per il ritorno alla piena libertà. Da alcuni mesi, infatti, la Caritas Diocesana, in piena collaborazione con la struttura carceraria e l’autorità di sorveglianza, porta avanti il progetto “70volte7” finalizzato all’avvio e alla conseguente gestione di un Centro Sociale Rieducativo per detenuti con l’ammissione di alcuni detenuti al lavoro estraneo al carcere e ad attività formative giornaliere. "La periferia esistenziale di Borgo San Nicola domanda a tutti noi un’attenzione nuova e cordiale".
La seconda periferia esistenziale sono i poveri, i tanti che bussano ai vari centri di ascolto della Caritas Diocesana e delle nostre parrocchie, che chiedono e ottengono sostegno e aiuto ma anche accoglienza e ospitalità presso la Casa della Carità e le sue succursali. Nei circa venti mesi dalla sua apertura questa Casa ha accolto oltre 1550 ospiti da 32 diversi Paesi con 9900 pernottamenti e la distribuzione di oltre 23.000 pasti, servizio docce, consulenza medica e legale. Da aggiungere gli oltre 500 ospiti che ogni giorno trovano un pasto, un sorriso , un’accoglienza nelle varie mense che la carità della nostra Chiesa dona con un esercito di volontari, e tra essi, ed è segno di fresca speranza, molti i giovani. "Quale il miracolo di questa carità? – domanda – Aver intaccato nella sua graniticità la periferia esistenziale dei vecchi e nuovi poveri. Ne do atto, e dico tutta la mia gratitudine e convinzione. Per loro abbiamo aperto e continuiamo ad aprire le nostre case, le nostre Chiese. Ma tutto questo non basta, non può bastare".
Ma non è tutto. "è lungo l’elenco delle tante opere e dei molti servizi che sappiamo offrire". Tre ambulatori medici grazie all'impegno della ASL di Lecce, due empori della solidarietà, centro di distribuzione farmaci, i vari centri di accoglienza e di ascolto, la distribuzione di generi di prima necessità per circa 170.000 persone, il progetto ‘il prestito della speranza’ patrocinato dalla Caritas Italiana e finanziato dalla CEI che ha erogato prestiti per oltre 300.000,00 euro per aiuto a famiglie in forte disagio. "L’ultimo fiore all’occhiello che ho annunziato al termine della processione dello scorso anno, portato avanti dalla carità della diocesi, è il ’microcredito Sant’Oronzo’ che ha permesso l’avvio di due cooperative giovanili e di una terza in itinere".
"Facciamo festa ma non giriamo le spalle e il viso di fronte alle tante miserie che affliggono molti, forse troppi, della nostra comunità e i tanti che vengono a stare con noi". Poi i complimenti vanno indirizzati anche al "grande cuore dei leccesi" che "in vari modi sanno che devono sostenere, e lo fanno con generosità, la periferia esistenziale delle antiche e nuove povertà". Ed infine il ringraziamento agli operatori della carità, al piccolo esercito dei volontari definiti "gli stakanovisti della carità"; "Perché l’economia dell’amore e del dono ha un pil in forte crescita".