Ci siamo! Torna a grande richiesta l’appuntamento con la filastrocca domenicale a cura di Miriam Perrone con lo scatto fotografico a tema di Federica Dell’Anna; un binomio che presto regalerà al nostro territorio autentiche sorprese artistiche…
Questa volta, con la forza che in certe occasioni solo la lingua dialettale riesce a dare, si affronta una tematica che sembra antica, passata, demodè forse. E che, invece, è di una tremenda attualità.
Stiamo parlando della difficoltà a fare reddito nei campi, a guadagnare il giusto per il sostentamento proprio e della propria famiglia. Sembra quasi un clichè quello del padre che torna a casa e non sa cosa rispondere alle domande che pongono i figli. Un figlio chiede, chiede sempre, chiede perchè non si rassegna al suo presente e sogna un futuro migliore. Ma a quelle domande quando non c’è risposta negativa non c’è proprio risposta.
Cose passate, superate? No. Situazioni che in tanti vivono sulla propria pelle. Ancora oggi.
Sullo sfondo poi il dramma degli ulivi e della olivicoltura salentina. Xylella è la parola maledetta. Buona lettura!
Arulu miu
Ah arulu miu,
quante aulia ha fatte,
ca certe fiate simbravane tante,
ma ‘ccuivi’ ccuivi
e li sordi nu li facivi,
a casa sciivi
e li fji ti spittavane
cu bitiane ce nnusscivi.
Quannu ‘rriavi,
la faccia stracca e lu core mpiettu,
li sittavi
e li convincivi,
ca allu Crai autre aulie facivi,
ma poi cussi nu bbera
e fatiavi fatiavi,
e alla fine sempre nienti purtavi.
Sperai ca allu crai guadagnai,
e passavane li giurni
senza cu sai.
(Traduzione)
Albero mio,
quante olive hai fatto.
Certe volte sembravano così tante,
poi raccoglievi raccoglievi
e non guadagnavi nulla.
E i figli ti aspettavano per vedere
che avevi realizzato.
Quando tornavi dai campi
la faccia stanca e il cuore che batteva nel petto,
li mettevi a sedere
e provavi a convincerli che all’indomani
avresti raccolto altre olive.
Ma non andava mai a finire così.
Lavoravi, lavoravi
e non guadagnavi nulla.
Speravi ancora di poter guadagnare qualcosa,
ma i giorni passavano senza darti una ragione.
(foto di copertina di Federica Dell’Anna)
