«Caro Davide, in questi due mesi di lockdown mi è mancato il tuo caffè. Mi è mancato iniziare la giornata venendo in questo bar, sfogliare i giornali, scambiare due parole con te. Mi è mancato il via vai di chi entrava e di chi usciva frettolosamente, mi sono mancati gli studenti seduti ai tavolini intenti a ripetere qualche lezione prima di andare in classe, mi è mancato un pezzetto della mia quotidianità. Perciò, siccome so quello che hai passato come lavoratore che non poteva guadagnarsi la giornata, voglio darti questi 50euro per dirti ‘grazie’! Grazie di tutti quei caffè che non ho potuto degustare ma di cui, mai come in quei giorni, ho compreso il valore e la bontà e che finalmente mi dai la possibilità di sorseggiare di nuovo».
Quando Davide Fiorentino, titolare del Bar Bellini, in Zona Salesiani a Lecce, ci racconta questa storia che lo ha visto protagonista, non riesce a non commuoversi. Il gesto di solidarietà e amicizia di quel cliente gli è sembrato un motivo importante per continuare, malgrado le difficoltà che il coronavirus gli ha procurato, a fare ciò che fa da sempre: il barman.
Non nega Davide i tanti pensieri che attanagliano un piccolo esercente che si trova di fronte alla chiusura forzata, ai pochi aiuti, alle tante spese che comunque continuano a far girare il contatore delle uscite. Ma chi ama il suo lavoro non riesce a dire basta, non riesce a fermarsi come se nulla fosse. Chi ama il suo lavoro intanto riprende, intanto ricomincia, intanto inizia. E poi? Poi si vedrà!
Già perché un bar non è solo un esercizio commerciale dove si va a prendere di corsa un caffè. Ed un barista (o barman se preferite la versione inglese più elegante) non è soltanto colui che con professionalità vi servirà al bancone o al tavolo.
Il bar, quello di fiducia, quello vicino casa o vicino allo studio, quello presso il quale vi recate di proposito magari spaccando la città pur di raggiungerlo, è quel posto magico dove si inizia la giornata con un caffè o la si conclude con un aperitivo. È il posto del break, della sosta, del momento di stacco dai pensieri del lavoro o della famiglia. È il posto della chiacchiera in libertà. È il posto in cui concedersi una trasgressione alla dieta, mangiare un cornetto con un cappuccino, un pasticciotto, un rustico o un panino preparato in tutti i modi per sentirsi coccolati.
Bello allora il gesto di chi ha voluto pagare l’assenza di quella coccola dando un peso enorme a quella mancanza. Adesso tutto ricomincia e vedersi al bar sarà più bello di prima.