Domenica la “Giornata Mondiale dei Poveri”, le iniziative della Caritas di Ugento-Santa Maria di Leuca

Tornerà, tra le altre cose, l’iniziativa “Spesa SOSpesa” destinato alle famiglie in difficoltà economiche anche a causa dell’emergenza covid.

Si svolgerà domenica 15 Novembre la “IV Giornata Mondiale dei Poveri”, istituita nel 2016 da Papa Francesco, al termine del Giubileo della Misericordia e per l’occasione la Caritas Diocesana di Ugento-Santa Maria di Leuca, fa sapere che in questa occasione saranno diverse le iniziative che si svolgeranno nel territorio diocesano, nel pieno rispetto delle precauzioni previste dall’emergenza COVID-19, come la recita del Santo Rosario in ogni comunità, grazie a un libretto, preparato dalla Consulta Ecclesiale degli Organismi Socio-Assistenziali, per accogliere la proposta di Papa Francesco che ritorna su temi a lui cari, quali l’invito a superare le barriere dell’indifferenza e la globalizzazione dell’indifferenza, “tendere la mano al povero significa affidarsi a Dio e cercare ciò che è capace di rendere gli uomini migliori in un periodo particolarmente critico come quello che stiamo vivendo”.

Dopo la prima esperienza, che ha visto coinvolte molte comunità parrocchiali, durante la quale sono stati raccolti e utilizzati circa 15 mila euro, tornerà l’iniziativa “Spesa SOSpesa“, che permetterà di compiere un gesto di solidarietà da famiglia a famiglia non solo in questo momento di grave crisi economica e sociale ma anche in futuro proponendola come coinvolgimento della comunità tutta a essere accanto a chi vive nella difficoltà. Presso gli esercizi commerciali, aderenti all’iniziativa, saranno disponibili per i clienti, direttamente alle casse, i buoni da euro 2,00 e euro 5,00 di “Spesa SOSpesa”, le somme che si raccoglieranno saranno utilizzate, dal responsabile della Caritas parrocchiale, per soddisfare i bisogni primari (generi alimentari, prodotti per l’igiene personale o della casa) delle famiglie in difficoltà prese in carico dalla comunità. Il logo di questa iniziativa sarà “il Pellicano”, simbolo cristiano dell’eucaristia–carità. Secondo un’antica leggenda quando i piccoli rischiano di morire, si squarcia il petto e i piccoli mangiando la sua carne si salvano. Anche nella realtà, il pellicano trasporta nel suo gozzo il cibo per i piccoli che ancora non possono lasciare il nido, perché deboli e incapaci di volare e li nutre finché non diventano forti.

Il momento che si sta vivendo ha messo in crisi tante certezze, rendendoci più poveri e più deboli ma le comunità parrocchiali sono rimaste vive nell’attenzione agli ultimi. La vicinanza ai poveri, l’unione e la condivisione sono lo strumento per superare le difficoltà e la paura che stiamo vivendo. Questa nuova ondata emergenziale ha rinnovato l’urgenza di sostenere le famiglie bisognose della diocesi attraverso la distribuzione delle derrate alimentari. Attraverso il “Banco delle Opere di carità”, attualmente vengono sostenute 1350 famiglie sul territorio diocesano, inoltre, da quest’anno, saranno circa 45 i prodotti alimentari che il Programma FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti, approvato dalla Commissione Europea al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) ha assegnato al Banco, sono compresi anche olio di oliva, prosciutto, formaggi ecc. e con quantità maggiori.

Inoltre, la Caritas diocesana, in considerazione dei bisogni sempre crescenti delle persone, destinerà un contributo del Fondo 8xmille per interventi caritativi, a ciascuna delle 43 Comunità parrocchiali e alla comunità dei Padri Cappuccini, da utilizzare per la quota di sostegno al Banco delle Opere di carità Puglia, o per coloro che versano in condizioni di bisogno, per acquistare medicine, o per pagare le fatture dell’acqua, del gas o dell’energia elettrica.

Don Lucio Ciardo, Direttore della Caritas diocesana, nella lettera inviata ai sacerdoti, ai religiosi e ai fratelli laici, in occasione della “IV Giornata Mondiale dei Poveri”, scrive: “Il Papa, nel suo messaggio ci ricorda che: «Tendere la mano fa scoprire, prima di tutto a chi lo fa, che dentro di noi esiste la capacità di compiere gesti che danno senso alla vita. Tendere la mano è un segno: un segno che richiama immediatamente alla prossimità, alla solidarietà, all’amore. Questa pandemia è giunta all’improvviso e ci ha colto impreparati, lasciando un grande senso di disorientamento e impotenza. La mano tesa verso il povero, tuttavia, non è giunta improvvisa… Non ci si improvvisa strumenti di misericordia. È necessario un allenamento quotidiano, che parte dalla consapevolezza di quanto noi per primi abbiamo bisogno di una mano tesa verso di noi».



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