Coronavirus, mascherine e ventilatori in Puglia? Il sindacato: “Sicurezza per il personale sanitario”

A fare il punto della situazione in una nota è Fsi-usae a seguito della videoconferenza con il Direttore del Dipartimento di Promozione della Salute della Regione Puglia Vito Montanaro.

Si è tenuta oggi la videoconferenza con il Direttore del Dipartimento di Promozione della Salute della Regione Puglia Vito Montanaro che ha fatto il punto della situazione insieme alle organizzazioni sindacali. Nonostante la Regione Puglia abbia già rendicontato alla Protezione Civile Nazionale la necessità di avere Dispositivi di Protezione Individuale per far fronte all’emergenza coronavirus, al momento, la priorità è stata data alle regioni più colpite dal Covid-19. A farlo sapere in una nota è la segreteria territoriale di Lecce di Fsi-usae, con cui al momento c’è aperto confronto.

Un primo segnale si ha oggi con l’arrivo in Puglia di 100mila mascherine ma la strada è ancora lunga, purtroppo. È grande la preoccupazione tra i lavoratori in prima linea a fronteggiare l’epidemia che non sembrano, ancora avere abbastanza tutele. Seppure con grave ritardo, fanno sapere, la Regione ha informato le organizzazioni sindacali che hanno obiettivi ben precisi. È indispensabile che vi siano sufficienti Dpi e che siano fatti i test a tutto il personale sanitario per garantire sicurezza a chi opera a stretto contato con gli utenti. Tra i problemi sollevati, poi, anche quello del numero inadeguato di personale assunto, già insufficiente prima dell’emergenza.

Il punto della situazione: c’è tutto?

Erano stati chiesi ben 200 ventilatori ma al momento ne sono stati distribuiti solo 9 lasciando scoperte gran parte delle esigenze previste. Per quanto riguarda i posti letto, invece, in base alla disponibilità di vari Enti Ospedalieri Pubblici, Privati ed Ecclesiastici se ne contano circa 2000 di cui circa 900 nel barese (Policlinico, Miulli, Sanità Privata), 650 tra Lecce, Brindisi, Taranto (Vito Fazzi, Copertino, Galatina, Moscati e Perrino ed altri), 650 nel Foggiano e BAT (Policlinico Foggia, San Giovanni rotondo ed altri). Sono 11, invece, i pazienti su cui è in sperimentazione il farmaco Tocilizuma, e nel corso della giornata la sperimentazione, in base ai protocolli degli infettivologi, verrà ulteriormente estesa.

Per quanto riguarda i tamponi, invece, si procede a macchia di leopardo. La Regione Puglia, fanno sapere, non ritiene utile effettuarli in forma massiccia sia perché non vi sono evidenze scientifiche che comprovano la validità di questa scelta, sia perché si rischia di sovraccaricare le strutture di diagnosi pregiudicandone l’attività. Per la diagnosi dei tamponi sono attivi i Laboratori: del Policlinico di Bari, Foggia, Lecce ma anche lo Zooprofilattico di Foggia, in questi giorni di attiveranno anche lo Zooprofilattico di Putignano, i Laboratori BAT, Taranto e Brindisi.

Al personale sanitario verrà somministrato un test rapido secondo le indicazioni del Prof. Lopalco. Per gestire i 2000 posti letto covid-19 e i 300 di terapia intensiva entro mercoledì 25 marzo verrà definito il nuovo piano della rete ospedaliera e quindi quantificate le attrezzature ed il personale occorrenti.

Le richieste del sindacato

“Come già stanno facendo altre regioni, è fondamentale che si stabiliscano procedure certe e controlli a tappeto per i lavoratori che garantiscono servizi essenziali, altrimenti verranno vanificati gli sforzi e si perderanno risorse preziose per la tenuta del sistema”.

“Se si vuole sconfiggere l’espansione ed il dilagare del virus, oltre a fare di più nel reclutamento di personale e nell’approvvigionamento e distribuzione dei dispositivi di protezione individuali necessari, è urgente partire subito con i tamponi, e la Regione Puglia solleciti il Governo Italiano perché diventino misure nazionali”.



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