“Il killer di Daniele e Eleonora è omosessuale”. Arcigay Salento invita i giornalisti a parlare di fatti

La presunta omosessualità dell’assassino di Daniele e Eleonora non aggiunge nulla alle indagini secondo Arcigay Salento che “invita” i giornalisti ad attenersi ai fatti.

Manca un tassello nell’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta, uccisi con più di 70 coltellate nell’abitazione di via Montello dove erano andati a convivere: il movente. Quando Antonio De Marco – lo studente di scienze infermieristiche che ha pianificato minuziosamente il delitto, scandendo al minuto ogni azione – ha confessato di averli ammazzati ha solo detto di aver avuto rabbia e invidia per quella coppia innamorata e felice.

Un risentimento e un rancore che non riescono a “spiegare” il dolore causato a due famiglie che fin da subito hanno difeso i figli, la loro vita pulita e senza scheletri nell’armadio. Forse anche per questo si cercano altre strade, si fanno altre ipotesi per capire cosa abbia spinto lo studente universitario, descritto come un bravo ragazzo, taciturno e introverso, a studiare l’omicidio, la tortura e la «caccia al tesoro». Un coinquilino dell’infermiere, ai microfoni di quarto Grado, ha gettato l’ombra sulla presunta omosessualità del killer. «Stava capendo di essere gay e cercava di reprimere la sua natura» ha dichiarato.

Il movente passionale è un dubbio che sta struggendo anche la nonna di Eleonora che, ospite a Pomeriggio Cinque, ha detto tra le lacrime «L’ho cresciuta come se fosse figlia mia. Non puoi immaginare (il dolore ndr) perché un incidente è un incidente, una malattia è una malattia, ma perché sono troppo felici questi ragazzi, ma siamo pazzi? Erano innamorati. Noi piangiamo entrambi non solo Eleonora». Poi l’anziana ha aggiunto «Credo che nella sua testa fosse innamorato di uno o dell’altra».

Ricostruzioni della presunta omosessualità dell’assassino, suggerita dalla ‘percezione’ di un suo attuale coinquilino e venuta fuori in un’intervista in tv, senza nessun fondamento. Almeno per il momento. E questo sottolinea Arcigay Salento. In una nota a firma del Presidente Pippi Todisco l’associazione “invita” i giornalisti a raccontare i fatti, ad attenersi a quello che accade lasciando fare agli inquirenti il loro lavoro. «A domanda precisa il Comandante dei Carabinieri di Lecce ha già risposto che allo stato attuale non vi sono elementi per confermare o confutare questa affermazione.  Per cui – si legge – ci sembra fuori luogo un eventuale outing del coinquilino che nulla toglie alla statura criminale dell’assassino e nulla aggiunge, fino ad ora, alle indagini».

«Queste valutazioni vanno fatte da chi di dovere. Vogliamo censurare anche l’idea che indicare l’assassino come appartenente a una certa minoranza possa in qualche modo rassicurare l’opinione pubblica dei benpensanti a danno dell’intera comunità lgbti+» conclude.



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