Domenica di Pentecoste, detta anche ‘Pasqua delle rose’

La Pentecoste – ricorrente 50 giorni dopo Pasqua – viene anche definita ‘Pasqua delle Rose’ per via dell’antica tradizione italiana di far scendere dalle volte delle chiese petali di rose sui fedeli.

A volte, fermarsi un attimo e rileggere la nostra storia sarebbe doveroso. Eppure, per molti sembra piuttosto impegnativo comprendere quel che siamo divenuti anche attraverso le tradizioni. Forse anche scomodo. Rinsaldare quel rapporto col passato, potrebbe aiutare a comprendere il presente e il futuro. Guardando avanti, fieri delle suggestive simbologie d’un tempo. Fa parte degli uomini: oggigiorno troppo presi dalla loro routine quotidiana, poco inclini alla ricerca approfondita dei significati. Costa troppo tempo, e il tempo è denaro. Ma esistono ancora emozioni senza prezzo. Tipo i petali rosa che “inondano” le chiese italiane durante una delle sacre feste cristiane più sentite: la Pentecoste, una delle feste più importanti del calendario liturgico che ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo.

Viene anche definita “Pasqua delle Rose” proprio in virtù dell’antica tradizione, in voga in Italia, di far scendere dalle volte delle chiese petali di rose sui fedeli. Una bellissima simbologia a rappresentazione della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli (che, come predetto da Gesù Cristo, in forma di lingue di fuoco scese su di loro trasformandoli da uomini semplici in sapienti oratori). A Roma, ad esempio,una spettacolare “pioggia di petali” di rose rosse ‘cade’ dalla cupola del Pantheon.

Le origini della festa

Festeggiare il giorno di Pentecoste è un atto antichissimo: si pensi che tra i primi popoli semiti era conosciuta come la “Festa della Mietitura (Shavuot)” o “Festa dei primi frutti“, celebrata 50 giorni dopo l’antica pasqua semitica (che segnava il giorno dell’inizio della discesa dei pastori verso il piano), e determinava l’inizio della mietitura. Del resto, cade 50 giorni dopo la Pasqua. Il suo nome, infatti, deriva dalla parola greca pentekoste (heméra), che significa appunto cinquantesimo (giorno).

Lo scopo di questa ricorrenza era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse, più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, le Tavole della Legge ‘consegnate’ a Mosè sul Monte Sinai. Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare.

La Pentecoste nel cristianesimo

I cristiani ricordano la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli che si erano riuniti nel luogo dove Gesù consumò l’Ultima Cena, probabilmente la casa della madre del giovane Marco, il futuro evangelista.

L’episodio della discesa dello Spirito Santo è raccontata al capitolo 2 degli Atti degli Apostoli. Nel passo della Bibbia si legge: «Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…».

Anche il territorio salentino ne ha sempre avvertito moltissimo il significato. Parlando con qualche nonna, o parente anziano, emerge una sorprendente consuetudine che ricade in questo giorno speciale: lavarsi il viso al mattino con una vasca piena d’acqua e petali di rose. E chissà se ancora qualcuno continui a proseguirne la tradizione.



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