Conte a Lecce parla del gasdotto Tap: “non si poteva tornare indietro”. E promette 30 milioni di compensazioni

Il premier Giuseppe Conte, in visita a Lecce, ha parlato del gasdotto Tap. “Ho invitato il Sindaco di Melendugno, ma non ha accettato”

La visita del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Lecce per firmare il piano di ricerca tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Eni – un investimento per attivare quattro laboratori nel Mezzogiorno, uno dei quali nel Salento, e un programma di programma di alta formazione per giovani ricercatrici e ricercatori – si è trasformata in un’occasione per ‘ricordare’ al Premier foggiano uno dei problemi più drammatici che questa terra sta affrontando: quello della Xylella fastidiosa.

Conte, incontrando i portavoce degli olivicoltori messi in ginocchio dal dramma, ha promesso nuovi fondi – trecento milioni di euro per gestire l’emergenza – per combattere il batterio killer che, quasi indisturbato, ha condannato a morte centinaia di ulivi.

Altro tasto dolente, inutile negarlo, è il gasdotto Tap. Anche su questo punto il Premier dopo aver ribadito che ‘non si poteva più tornare indietro’ ha promesso un pacchetto di 30 milioni di euro per la comunità locale, ma attenzione – precisa – a non chiamare questi investimenti una “compensazione” per il territorio.

«Chi pensa di aver subito una ferita non si accontenterà di un pacchetto di misure. Non è questa la logica» ha dichiarato ai giornalisti, prima di usare parole dure nei confronti del primo cittadino di Melendugno, Marco Potì. «Ho invitato il Sindaco a confrontarsi, ma ha declinato il mio invito. Lo ritengo uno schiaffo non al premier, ma alla comunità locale che lui ha la responsabilità di guidare. Se ha deciso di abdicare al suo ruolo pubblico, lo faccia e se ne assuma la responsabilità. Io andrò avanti da solo». Un’assenza, secondo Conte, che ha il sapore di vero e proprio sgarbo istituzionale.

Ma che i rapporti tra il Sindaco No-tap e il Governo fossero “tesi” era chiaro, chiarissimo dopo le promesse disattese dei Cinque Stelle, soprattutto degli esponenti locali, e il dietrofront sul gasdotto necessario per evitare di pagare i risarcimenti previsti in caso di stop ai lavori.



In questo articolo: