‘Dalle nostre attività non esce più uno stipendio dignitoso’, la protesta dei tabaccai

Costi di gestione altissimi e margini di guadagno risicati. La categoria dei tabaccai non ne può più e ci contatta per lanciare un grido d’allarme

‘Le nostre attività stanno diventando ormai a basso, bassissimo reddito. I costi di gestione crescono, le spese aumentano, i controlli e le multe pure. Su tutto, senza tenere in considerazione le nostre difficoltà. I margini di guadagno che abbiamo sui servizi che eroghiamo sono risibili. Ci chiediamo molto spesso, ormai, che senso abbia dare dei servizi con ritorni di pochi centesimi. Forse sarebbe il caso di pensarci bene prima di continuare con questa situazione che sta mettendo in difficoltà le nostre famiglie e far sapere al Governo che il lavoro non può essere vessato perché a questo punto forse fanno bene quelli che si fermano. Lavoriamo 14 ore al giorno per provare a vivere dignitosamente, non certo per essere tenuti in così scarsa considerazione dallo Stato!’.

È arrabbiato e deluso il gruppo di tabaccai che ci contatta. Si stanno muovendo sul territorio per associarsi e protestare con maggior vigore. Non ce la fanno più, dicono, a continuare tutti i giorni con una sfida che è diventata più grande di loro. Non si può lavorare quando non i riesce a portare a casa uno stipendio che ti faccia stare tranquillo dinanzi alle evenienze della vita.

Vogliono protestare, non si sentono tutelati. Chiedono diritto di parola. Stanno decidendo le forme più adeguate per manifestare il loro malessere provando a coinvolgere quanti più colleghi possibili.

Canoni, spese, assicurazioni, fidejussioni, costi di gestione. Parole che sono ostacoli alla loro voglia di tenere alzata la saracinesca e lavorare, mandare avanti una attività commerciale che è tutto ciò in cui hanno investito i risparmi di una vita. Sono sempre più tentati dal dire: basta!

‘Paghiamo fior di canoni per abilitare i servizi di pagamento delle bollette, di ricariche telefoniche, di vendita di valori bollati. Tutte attività che vanno incontro alle esigenze dei clienti e che rendono migliore la qualità della loro vita evitando lunghe code e lunghe file negli uffici preposti. Ma in cambio di cosa? Di niente!

‘Quello che ci rimane in cassa è un nulla che non giustifica il tanto darsi da fare per essere al passo con le richieste di chi entra nei nostri esercizi commerciali’.

Dura la presa di posizione anche contro l’estensione dei pagamenti elettronici che per loro hanno costi troppo alti: ‘Comprendiamo la finalità del provvedimento, ma devono annullare le spese che paghiamo sulle transazioni dal Pos. Già, come detto, i margini di guadagno sono scarsissimi…se poi dobbiamo pure perderli per consentire ai clienti di pagare con il bancomat o con la carta di credito, tanto vale non fare nulla!’

Per non parlare poi delle responsabilità sociali che ricadono sulla loro professione. I tabaccai devono stare attenti a non vendere sigarette ai minori, devono essere sentinelle contro i giocatori ludopatici se si accorgono che qualcuno esagera con l’acquisto di gratta&vinci, ecc. Tutte azioni che vogliono effettuare con pieno senso di responsabilità, a patto che vengano consentiti e tutelati i loro legittimi guadagni. Il tutto in un clima che a volte non è sempre sereno, visti i continui tentativi dei delinquenti di fare razzie proprio nelle loro attività, spesso con le maniere più violente e più pericolose.

‘Ci sentiamo veramente trascurati e vogliamo dire basta! Per non dire che talvolta siamo anche presi in giro. Pensate che noi rinnoviamo la licenza ogni 9 anni – ci dice una battagliera tabaccaia -. Io faccio questo mestiere da quasi 40anni. E adesso si sono sognati anche di chiedermi un corso di formazione che mi costerebbe quasi 800 euro. Invece di aiutarmi mi chiedono soldi per un corso di formazione…Ma dove vivono questi signori?’



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