Una mano bionica, la protesi rivoluzionaria nasce in Salento. Al via la raccolta fondi

Nata dall’idea di un giovane ingegnere salentino, la protesi sfrutta il “machine learning” per simulare movimenti naturali. E la stampa 3D abbatte i costi.

Un successo tutto italiano, ma una rivoluzione dai risvolti internazionali. Per tutti quei pazienti che hanno subito l’amputazione di un braccio, non è di certo facile tornare alla loro vita normale, specialmente con una mano in meno. E solo chi se lo può permettere, sceglie una delle costosissime protesi in commercio che magari non raggiungono nemmeno i risultati sperati. A cercare di risolvere questo problema, però, ci pensa Adam’s Hand, la protesi bionica tutta italiana, più intuitiva e più economica, che si rivolge a milioni di pazienti amputati.

Costi più bassi, protesi all’avanguardia

Parte proprio oggi la campagna di crowdfunding su Mamacrowd per finanziare il progetto e la realizzazione dell’idea nata da un giovane ingegnere salentino. Partito come semplice tesi di laurea, il progetto è diventato molto di più. Adam’s Hand è una protesi che sfida a colpi di tecnologia i suoi costosi predecessori. Combinando “machine learning” e stampa 3D, i risultati sono strabilianti.

Un pezzo di tecnologia strabiliante che crea l’illusione di un movimento quasi del tutto naturale, grazie all’algoritmo che interpreta le contrazioni dei muscoli di ogni utente, e si integra perfettamente, sfruttando un solo motore per muovere tutte le falangi. Così queste si adattano automaticamente a forma e dimensioni dell’oggetto impugnato, proprio come farebbe una mano vera. Ad abbattere i costi, invece, ci pensa la stampa 3D che permette di creare una protesi personalizzata di volta in volta.

Una sfida al mercato

Gli obiettivi del team sono chiari: realizzare una protesi che sappia imitare al meglio il movimento della mano naturale, a differenza di quelle attualmente in commercio, scomode e difficili da usare. “Con Adam’s Hand lanciamo una sfida al mercato, avendo progettato un dispositivo più semplice da utilizzare e più economico, per migliorare la vita di milioni di persone”, commenta Giovanni Zappatore, CEO di Bionit Labs, la startup ideatrice.

Eppure, il bisogno potenziale di queste protesi è di oltre 500.000 unità ogni anno. Un mercato incredibile quello in cui la startup salentina, già premiata in giro per il mondo, si appresta ad entrare, grazie anche ad una raccolta di capitali in equity crowdfunding.

La raccolta, che partirà domani su Mamacrowd, la più importante piattaforma italiana di equity crowdfunding, è destinata a piccoli e grandi investitori che vogliono contribuire con i loro capitali a migliorare la vita delle persone, investendo allo stesso tempo in un settore dalle grandi potenzialità.



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