Le negano il reddito di cittadinanza per i buoni postali del figlio, Luciana ha bisogno di aiuto

La signora Luciana aveva fatto domanda per il reddito di cittadinanza, ma la pratica è stata rifiutata per i buoni fruttiferi postali per il figlio.

Luciana non avrebbe mai pensato che quei 10mila euro in buoni postali fruttiferi messi da parte per il proprio figlio maggiore di 14 anni sarebbero stati la causa del diniego alla sua richiesta del reddito di cittadinanza.

Non riesce a spiegarsi come quei risparmi conservati con sacrifico per permettere al suo piccolo, una volta raggiunta la maggiore età, di potersi iscrivere all’università e completare il suo ciclo di studi siano diventati un ostacolo, un vero e proprio macigno al suo diritto di fruire di una legge che va incontro a chi non ha nulla e vive nella miseria e nell’indigenza.

Anche perché quei risparmi sono stati accantonati quando Luciana viveva con il primo marito in una situazione di normalità, se così la vogliamo chiamare, un menage di vita semplice, ma decoroso e dignitoso.

Poi è arrivata la separazione, l’inizio di una nuova storia con il suo compagno che le ha restituito la gioia di vivere. Sono arrivati due figli, ma al tempo stesso è sopraggiunta anche la crisi, le difficoltà sono aumentate a dismisura, il lavoro è scomparso. Quello che bussa alla porta è saltuario, mal pagato, insufficiente a consentire la sopravvivenza ad un nucleo familiare composto da 5 persone, la coppia e i tre figli (il primo nato dalla precedente storia e le due creature arrivate da poco).

I soldi non bastano a fare la spesa, figuriamoci a ristrutturare casa. Un’abitazione in cui l’umidità la fa così da padrona che è stata la stessa pediatra a consigliare a Luciana di trovare una nuova sistemazione, perché quella attuale è la causa dei continui malanni dei suoi piccoli. Una umidità che tracima da ogni muro della costruzione e che produce muffe e aria insalubre.

Il reddito di cittadinanza però la coppia non lo può chiedere. Ci sono di mezzo quei 10mila euro accantonati per il figlio maggiore che impediscono di accedere al provvedimento.

Cosa fare? Due nonni purtroppo non ci sono più e gli altri due aiutano come possono. Ma la vita è così difficile che a volte sembra impossibile. Luciana non avrebbe mai pensato di dover chiedere aiuto, di doversi rivolgere a chi con gesti caritatevoli può alleviare qualche sofferenza.

Quando Luciana ci ha raccontato la sua storia abbiamo provato ad indirizzarla a studi professionali che collaborano con la nostra testata per verificare la vicenda del reddito di cittadinanza, ma purtroppo ci siamo dovuti arrendere all’evidenza normativa.

Non ci resta che chiedere aiuto a voi, a tutti voi. Come stiamo facendo da quando ci siamo resi conto che la ripresa economica sbandierata è soltanto sulle carte e nelle statistiche, perché la nostra provincia probabilmente non ha mai sofferto tanto.

Vi chiediamo un aiuto, che sia la possibilità di un’opportunità di lavoro per il compagno di Luciana o qualche piccolo gesto di carità. Nel frattempo, al danno si è aggiunta la beffa.

La famiglia ha diritto ad un alloggio comunale, ma la graduatoria e la situazione delle case popolari di Lecce parlano chiaro. Chissà tra quanti anni potranno avere un’abitazione di residenza sociale. Nel frattempo l’umidità si estende e i bambini si ammalano.

Ma non siamo la patria dello Stato Sociale? No, evidentemente no!



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