Al via la “Rete della Malattia di Parkinson”, oggi la presentazione alla Asl di Lecce

Si tratta di uno strumento operativo impiegato per garantire ad ogni singolo paziente il percorso di cura migliore per quel che riguarda la malattia.

Una cornice organizzativa all’interno della quale applicare il Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), lo strumento operativo impiegato per garantire ad ogni singolo paziente il percorso di cura migliore per quel che riguarda la malattia di Parkinson è questa la “Rete della Malattia di Parkinson”, nuovo progetto dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce che nella mattinata di oggi è stato presentato presso la Direzione Generale di Via Miglietta nel capoluogo.

“In assistenza integrata è molto importante mettere insieme le forze che lavorano con compiti diversi all’assistenza dei pazienti”; ha affermato Giancarlo Logroscino, direttore del Centro di Ricerca clinica di Malattie Neurodegenerative dell’Università di Bari presso Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase.

“La Asl di Lecce è quella che nella regione si è mossa più velocemente e mette insieme la realtà dei neurologi territoriali con realtà ospedaliere più importanti, come quella del ‘Vito Fazzi’, del Centro di malattie neurodegenerative dell’Università di Bari e dell’ospedale Panico di Tricase”.

La Rete per la Malattia di Parkinson costituisce la seconda delle fasi della malattia, nella quale entreranno in gioco i medici di base, gli specialisti parkinsonologi ospedalieri e quelli territoriali e le relative strutture ospedaliere di Neurologia e i servizi ambulatoriali, i cosiddetti Ambulatori Parkinson, oltre che gli altri specialisti di volta in volta coinvolti. Il paziente, in pratica, sarà seguito in ogni momento della malattia: diagnosi e terapia iniziale, fase intermedia stabilizzata e fase avanzata, monitoraggio clinico farmacologico, indagini diagnostiche, modifiche della terapia, riabilitazione.

“Con il coinvolgimento dei medici di famiglia si potrà costituire un percorso assistenziale che consentirà al paziente di avere un aspetto fondamentale come quello della diagnosi precoce e di essere assistito nella zona dove insiste la sua residenza, così come è giusto e così come prevede il Piano Nazionale delle Malattie Croniche”, prosegue Logroscino.

L’importanza del medico di base

“Come dico sempre non ci può essere alcuna possibilità di fare diagnosi precoci se non vengono costruiti percorsi validi e la persona più qualificata e indispensabile in questo percorso è medico generale che è il primo a cui si rivolgono i pazienti per il loro percorso diagnostico-terapeutico.

Attualmente tutte le terapie, incluse quelle più importanti sono sintomatiche, aiutano i neuroni a vivere di più e a ripristinare le sostanze che non riescono più a produrre, ma non esistono terapie causali, quelle che bloccano i processi alla base di queste malattie. Al ‘Panico’ siamo parte di una rete internazionale per la sperimentazione di nuove cure, questo è il futuro: la buona gestione dei pazienti sul territorio e dare a loro anche la possibilità di partecipare a queste opportunità”.

Il servizio è possibile anche grazie all’impiego di una piattaforma tecnologica (una novità in Puglia per questo genere di patologie), che consentirà ad ogni specialista di seguire il paziente in tempo reale e in ogni passaggio.



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