‘Le richieste aumentano e gli spazi mancano’, il Pronto Soccorso dei Poveri chiede un piccolo deposito

Tommaso Prima: ‘Chiediamo una piccola struttura in comodato d’uso gratuito per portare i generi di prima necessità che riceviamo, organizzarli in pacchi e poi consegnarli’

Non solo durante il periodo dell’emergenza sanitaria che si è trasformata in emergenza economica ma in tutti questi anni in cui la crisi si è abbattuta sul territorio generando povertà, sono state le associazioni di volontariato a svolgere un compito incredibile e insostituibile.

Hanno raccolto generi di prima necessità, hanno consegnato pacchi alimentari per tutti coloro che non arrivavano nemmeno alla seconda settimana del mese, hanno dato vita ad iniziative di solidarietà sanitaria firmando protocolli con i medici per consentire visite specialistiche a chi non poteva permettersi alcun tipo di cura, hanno finanziato raccolte fondi e all’occasione sono anche state di supporto psicologico.

Poi, però, arriva il momento in cui dinanzi alle tante difficoltà organizzative molte di queste associazioni sono anche tentate a gettare la spugna e a farsi da parte, perché non è facile superare i tanti ostacoli che si trovano davanti.

Questa volta a chiedere un aiuto è proprio una di queste associazioni che si sono distinte in questi anni, il Pronto Soccorso dei Poveri. Tramite il suo coordinatore, Tommaso Prima, il sodalizio fa sapere di non riuscire ad organizzare raccolte alimentari non avendo a disposizone nemmeno un piccolo magazzino. Le richieste aumentano e gli spazi mancano.

‘Chiediamo una piccola struttura in comodato d’uso gratuito. Ci servirebbe come deposito, per portare i generi di prima necessità che riceviamo, organizzarli in pacchi e buste e poi consegnarli a seconda delle richieste. Sappiamo che sono in tanti a possedere qualche piccolo locale, magari al momento sfitto e inutilizzato. Se ce lo mettessero a disposizione saremmo disposti a risistemarlo, a pagare le eventuali utenze. Di certo non abbiamo soldi per affittarlo, poiché i pochi aiuti in denaro che raccogliamo li giriamo immediatamente alle famiglie in difficoltà.  Chiediamo la gestione per qualche mese o per un anno, magari. E allora sì che saremmo in grado di raddoppiare gli sforzi ed essere ancora più presenti sul territorio. Preferiamo rivolgerci al buon cuore dei cittadini, dal momento che le trafile burocratiche per chiedere qualcosa agli enti pubblici ci hanno stancato e sembra quasi che se non si hanno santi in Paradiso e si è fuori dal giro della politica bisogna attendere all’infinito’.