Cosa ci fa un campione del tennis sul palco di un festival musicale, cosa hanno in comune le voleè con le canzoni di Sanremo?
Difficile rispondere, ma evidentemente è la domanda che Jannick Sinner deve essersi fatto quando, fresco della vittoria agli Australian Open, si è visto arrivare l’invito del conduttore del Festival.
Secondo noi Sinner ha fatto bene a declinare l’invito, primo perché non sta scritto su nessuna Bibbia e nemmeno sul manuale delle Giovani Marmotte che si debba andare per forza a Sanremo (né e fatto obbligo ad alcuno di guardarlo), secondo perché probabilmente un grande sportivo come Sinner ha il dovere di parlare a colpi di racchetta e non di calarsi lo smoking per duettare con non si sa chi sul palco dell’Ariston.
Il giovane tennista si è sottratto a quella tendenza a vedere protagonisti di Sanremo i personaggi sportivi del momento (una tendenza seguita dal calciatore Ibrahimovic o dal tennista Berrettini), e lo ha fatto liberamente, come i suoi genitori gli hanno insegnato a fare. Non deve essere stato facile, immaginiamo le pressioni che gli saranno arrivate e l’imbarazzo a cui sarà stato costretto, ma forse sempre meglio dell’imbarazzo di dover stare lì fermo su un palcoscenico di teatro per compiacere gli ascolti TV.
Adesso bisogna solo sperare che fino al 6 febbraio non arrivino altri inviti pressanti, perché Sinner non vediamo l’ora di vederlo certo, ma sul campo del prossimo Slam, dove certamente saprà ‘essere’ senza necessariamente dover ‘apparire’.