Riorganizzazione della medicina territoriale: è questa una delle priorità incluse nel PNRR per far fronte al sovraffollamento degli ospedali che negli ultimi due anni più che mai hanno sofferto per l’eccessiva pressione. A scrivere alle autorità competenti, tra cui la Asl di Lecce, il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore regionale alla Salute e il Dipartimento Salute della Regione, è Fsi-Usae per chiedere quali iniziative saranno portate avanti per raggiungere questo obiettivo.
Come spiega il sindacato, entro il 2026 dovranno essere realizzate 1.350 Case della Comunità, il fulcro della nuova rete territoriale per garantire assistenza h24 ai cittadini. Saranno organizzate in “hub” e “spoke”: nel primo caso, l’assistenza medica sarà garantita h24 e 7 giorni su sette, mentre l’assistenza infermieristica sarà garantita 12h al giorno ogni giorno; nel secondo caso, invece, sarà garantito la presenza medica e infermieristica 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana.
“Al fine di evitare ricoveri ospedalieri impropri e/o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni assistenziali, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio degli assistiti vengono istituiti gli Ospedali di Comunità che svolgono proprio la funzione di facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio. Con i Fondi del PNRR verranno realizzati 400 Ospedali di Comunità dotati di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti”.
Inoltre, saranno tenute in piedi anche le Unità di Continuità Assistenziale, già sperimentate durante la pandemia, verrà istituito un infermiere di famiglia o comunità e sarà potenziata l’Assistenza Domiciliare Integrata.
“Senza un intervento rapido e risolutivo che vada a superare il problema attraverso un robusto piano di assunzioni e di stabilizzazioni tese all’abbattimento di un precariato oramai diffusissimo, tutto il processo di riorganizzazione rischia di entrare crisi ancor prima dell’avvio, mettendo così in discussione il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Siamo all’inizio di un percorso nel quale si sta definendo un nuovo sistema di welfare sociosanitario integrato, capace ancora di rispondere in modo universale ai bisogni di cura promuovendo un modello di sanità di prossimità per essere più vicini alle persone, costruendo modelli di assistenza territoriale fondati sul “cure” e sul “care” (curare e prendersi cura)”.
“Come FSI-USAE siamo convinti della necessità di questo processo di riforma e continueremo a vigilare affinché venga effettivamente realizzato un Servizio Sanitario nazionale, pubblico ed universale, efficace ed efficiente, sia sul versante ospedaliero sia su quello territoriale, capace di recuperare i principi fondanti del SSN a noi particolarmente cari: Universalità, Uguaglianza ed Equità”.