Scuola, i giovani docenti precari dimenticati dal Governo: “Riaprite la Terza Fascia”

È per tutelare i diritti dei tanti precari del mondo della scuola che nasce il gruppo Uniti per la Terza Fascia che al momento ha superato i 3mila iscritti.

Sono giovani, appena laureati, e si sentono dimenticati dalle istituzioni. Uniti per la Terza Fascia è il gruppo su Facebook che raccoglie il grido di protesta dei tantissimi giovani precari che operano nel mondo della scuola ma che spesso devono lottare più degli altri per difendere i propri diritti.

“Il blocco delle graduatorie è un duro colpo ai precari lavoratori della scuola”, scrivono in una lettera che porta la firma di più di mille persone. “Con due righe il Governo taglia i diritti di milioni di lavoratori che ancora credono nel futuro e nel proprio paese. Siamo ragazzi e ragazze, giovani, padri e madri di famiglia, che amano questa professione e vogliono lavorare. Abbiamo dovuto fare enormi sacrifici e spendere tantissimi soldi per aggiornarci e formarci ai fini dell’apertura della graduatoria 2020/2021”.

Sono laureati, spesso con un master o un dottorato. In continua formazione, i requisiti per accedere al mestiere dell’insegnamento cambiano di anno in anno, in attesa di un concorso pubblico per reclutare i nuovi docenti. Concorso che non arriva mai e che viene spinto sempre più in avanti nel tempo.

“Non riaprire la terza fascia significa legittimare una mobilità degli insegnanti e non, a costi onerosi senza alcuna tutela. I precari con le MAD (Messa a Disposizione) vengono chiamati con sistemi opachi, con graduatorie spesso discrezionali e attraverso favoritismi, conoscenze dirette e per periodi così brevi da non garantire la possibilità di un sostentamento dignitoso e neanche l’accesso alla NASPI”.

È per difendere i diritti di questi giovani insegnanti, condannati ad anni di precariato, che nasce il gruppo facebook che ormai conta più di 3mila persone da tutta Italia. È per combattere ed essere ascoltati che il mondo della scuola scrive sui social e lo fa attraverso parole e immagini. Come le immagini di Sabrina Todaro, quadri famosi che si adattano alla protesta.



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