“Ingiusta la legge regionale che obbliga al vaccino”, insorge il segretario Fsi-Usae

La critica di Francesco Perrone sulla legge che introduce l’obbligo di vaccinazione anti covid per gli operatori sanitari: “Allo stato attuale è giusto considerare la libertà di scelta”

È polemica dopo l’approvazione in Consiglio regionale della legge che obbliga gli operatori sanitari al vaccino anti covid 19.

Stavolta è il segretario regionale Fsi-Usae e territoriale Lecce-Brindisi, Francesco Perrone, a intervenire a gamba tesa nel dibattito acceso dal varo della legge – la prima in Italia – che impone la vaccinazione agli addetti che operano in prima linea e sotto la dipendenza del servizio sanitario nazionale. Quest’opzione, paventata ancor prima della scoperta dei vaccini, era già stata fonte di discussione al di fuori dei confini pugliesi, ma il dibattito attorno alla possibilità di rendere il vaccino obbligatorio per gli operatori sanitari si è concluso, a livello nazionale, in un nulla di fatto. In Puglia, invece, dopo un consiglio burrascoso, è arrivato il via libera, ma le polemiche non si sono chiuse al termine dell’assemblea. A tornare sul discorso è il segretario regionale Fsi-Usae Francesco Perrone, che evidenzia le linee problematiche della legge appena approvata. “Ancora una volta ci troviamo ad affrontare il tema della vaccinazione covid19 poiché in alcune strutture sanitarie pubbliche e private sono stati diramati comunicati intimidatori dove in modo subdolo non dichiarano l’obbligatorietà ma paventano inidoneità lavorative ed impossibilità alla ricollocazione, ergo licenziamento o assegnazione ad altre unità operative”, le parole con cui Perrone mette in discussione la legge. “Premetto che il sottoscritto è favorevole alla vaccinazione anti Covid-19 – afferma – ma allo stato attuale è giusto considerare la libertà di scelta ed anche la libertà di scelta del vaccino”.

Un’opzione tanto più necessaria, secondo il segretario, visti i cortocircuiti che si attiverebbero. “Il legislatore – afferma – non ha voluto al momento emanare una legge specifica e in assenza di un provvedimento ad hoc invocare il d.lgs. 81/08 è improprio. D’altronde immaginate il caso in cui a fronte di un giudizio di inidoneità lavorativa per mancata vaccinazione, il lavoratore proponga ricorso all’organo di vigilanza Asl per la sicurezza sul lavoro competente per territorio, in base all’art. 41 comma 9 del d.lgs. 81/08. Questione imbarazzante poiché nel servizio sanitario nazionale ad oggi chi non si è vaccinato è comunque idoneo e continua a lavorare, quindi come si potrebbe giudicare inidoneo lo stesso caso in ambito privato?”

Per questo Perrone invoca l’intervento del ministro della salute Roberto Speranza, affermando altresì che la legge regionale pugliese andrebbe considerata una mera raccomandazione e non un obbligo, altrimenti passibile – secondo il segretario – di declaratoria di incostituzionalità.



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