Balle di rifiuti, lasciate esposte alle intemperie e agli agenti atmosferici, interi piazzali destinati allo stoccaggio in stato di conservazione, mancanza di codici identificativi per i rifiuti e stoccaggio dei rifiuti in modo difforme a quanto indicato nelle autorizzazioni. Tutto contro l’autorizzazione unica rilasciate dalla Provincia lo scorso 6 ottobre 2015.
È da lungo tempo che i cittadini di Galatone segnalavano emissioni maleodoranti a causa della cattiva gestione dei rifiuti di Cave Marra Ecologia a Galatone, impianto adesso posto sotto sequestro. Il rischio per il territorio ed il disagio per i cittadini del comune salentino è concreto e si fa sentire. Non sono inusuali le segnalazioni di esalazioni: a causarle, infatti, sono proprio i rifiuti lasciati sotto il sole e la pioggia che, inevitabilmente, emanano cattivi odori.
La situazione, però, sembra arrivata ad un punto di svolta. È stata la magistratura ad intervenire, ancora una volta in materia di norme ambientali, e a mettere sotto sequestro l’impianto, già oggetto di polemiche in passato. Risalgono agli scorsi mesi i sopralluoghi sul sito, a cui hanno preso parte la polizia provinciale e i tecnici comunali con Arpa e Asl.
“La vicenda delle Cave Marra – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi – oltre a rappresentare un potenziale illecito in materia ambientale, testimonia come ormai in Puglia gli impianti siano al collasso e lavorino al limite delle proprie capacità a causa anche dell’incapacità della Regione di chiudere definitivamente il ciclo dei rifiuti e, in particolare, di proporre una efficiente pianificazione degli impianti in grado di garantire il principio di prossimità e di efficienza nella gestione dei rifiuti”.
“I gestori fanno enormi profitti – conclude – a scapito dell’ambiente, mentre a causa della carenza di impianti pubblici di compostaggio e di impianti di recupero della frazione differenziata, soprattutto nel Salento, siamo costretti a far viaggiare i rifiuti in tutta la Puglia aumentando i costi a carico dei cittadini e producendo maggiore impatto ambientale.”