Malori e svenimenti per il troppo caldo tra i lavoratori nei campi e sui cantieri. L’intervento del sindacato

Inps e Inail hanno posto l’attenzione sul rischio caldo e sulla possibilità di accesso agli ammortizzatori sociali allorquando si raggiungono i 35° centigradi. L’intervento di Cisl Lecce e Filca Cisl

Si chiama stress termico, ma tutti lo conosciamo come colpo da colore. E in questi giorni a subirne le conseguenze sono soprattutto quei lavoratori costretti ad effettuare le loro attività sotto al sole nelle ore più calde della giornata. Il pensiero va certamente a chi lavora nei campi, ma anche ai lavoratori edili che lavorano all’aperto, in altezza su tetti e impalcature, senza zone d’ombra.

Sono così tanti i mancamenti che si sono verificati (svenimenti che vista la pericolosità dei siti d’opera avrebbero potuto avere ben più gravi conseguenze) che nei giorni scorsi Inps e Inail hanno posto l’attenzione sul rischio caldo e sulla possibilità di accesso agli ammortizzatori sociali allorquando si raggiungono i 35° centigradi considerando idonea anche la temperatura percepita e non solo quella reale.

L’Inail ha pubblicato le linee guida, rivolte a lavoratori, datori di lavoro e figure aziendali della salute e sicurezza attraverso le quali vengono fornite le raccomandazioni da seguire per prevenire le patologie da stress termico.

Per questo, Donato Congedo, Segretario Territoriale della Cisl di Lecce e Raimondo Zacheo, Segretario Generale Filca Cisl Lecce hanno sentito l’obbligo di intervenire sul tema per alzare l’attenzione collettiva su un grave rischio che solo la prevenzione può contenere e attutire, facendo in modo di non sottovalutare la situazione anche per quei lavoratori che hanno a che fare con il rifacimento strade e l’utilizzo di asfalto e bitume.

«Nell’ottica di un’efficace prevenzione degli incidenti sul lavoro vanno poste in essere tutte le misure precauzionali per evitare che si verifichino infortuni anche a causa delle alte temperature con cui vengono svolte alcune attività lavorative in questi giorni torridi. Così come nei campi anche sui cantieri la situazione è pericolosa. I lavoratori edili sono particolarmente interessati allo stress termico vista la particolarità del settore, dove spesso le attività sono svolte all’aperto, in altezza su tetti e impalcature, senza zone d’ombra», scrivono.

«Il malore per il cosiddetto ‘colpo da calore’ può rappresentare per davvero un rischio elevatissimo; così come deve essere attenzionato il lavoro di chi si occupa di pavimentazione stradale, in particolar modo dell’asfalto la cui stesura va già di prassi eseguita a temperature proibitive. Per questa ragione occorre che le aziende attuino una riorganizzazione del lavoro intervenendo con una riduzione degli orari o con una sospensione delle attività di cantiere da mezzogiorno in poi o nel caso del su richiamato lavoro di asfalto stradale eseguendo le lavorazioni in notturna, come in qualche comune del nostro territorio sta già avvenendo. Occorre salvaguardare il benessere degli addetti in un’ottica più ampia di salute e sicurezza».

Insomma, è necessario, quindi, per promuovere la cultura della prevenzione, anche nell’ambito degli impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro causati dall’esposizione a temperature estreme, attivare percorsi di sensibilizzare e diffusione del progetto Worklimate.

«Continueremo a mantenere alto il livello di attenzione su questo tema – concludono Congedo e Zacheo – perché fino ad ora ci si è concentrati maggiormente sugli eventi meteo invernali e spesso si sono sottovalutati quelli estivi molto più impattanti sul nostro territorio».



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