Emergenza lavoro, il 2019 è stato un annus horribilis. La Uil: «Nel Salento la ripresa resta un miraggio»

Il Segretario generale della Uil di Lecce chiama le istituzioni a darsi una mossa e a lavorare di concerto, dandosi una prospettiva comune

Ripresa? Ma quale ripresa! Il bilancio del 2019 tracciato dalla Uil di Lecce è a tinte fosche che più fosche non si può. Ristrutturazioni aziendali, chiusure, fallimenti, licenziamenti e il precariato che avanza in ogni settore. Non c’è pace per il Salento, anzi non c’è lavoro. L’anno che ci si mette alle spalle viene definito un autentico annus horribilis dal momento che la crisi del sistema produttivo e occupazionale persiste. Persiste eccome!

«Gli ultimi dati disponibili sulla cassa integrazione, che la Uil monitora ogni mese, – sottolinea il segretario generale Salvatore Giannetto – ci dicono che da gennaio a novembre le ore autorizzate hanno raggiunto il picco di 1 milione e 165mila. Sempre più massiccio è il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (+16% rispetto al 2018), ma si registra un incremento anche di cig ordinaria (+6%), segno di nuove aziende in difficoltà. Tante le vertenze aperte in quasi tutti i settori, dal metalmeccanico al manifatturiero, passando per commercio, grande distribuzione e call center. In ascesa solo poche realtà imprenditoriali con forte propensione all’export».

Secondo la Uil insomma bisogna darsi una mossa perché non c’è tempo da perdere se si vuole conservare una tenuta sociale degna di un territorio del XXI secolo. Bisogna scrollarsi di dosso l’immobilismo e mettersi all’opera intravedendo una prospettiva condivisa. L’economia del Salento deve ripartire per creare un’occupazione di qualità e, in tal senso, servono politiche che rilancino gli investimenti pubblici e privati, così come occorre puntare sulla formazione di concerto con università e scuole.

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Salvatore Giannetto

«Il presupposto per raggiungere questi obiettivi è fare ‘rete’ – dice Giannetto – ed è questo il nostro auspicio per il nuovo anno: che si possa concretamente agire tutti insieme, mondo politico e istituzionale, imprese, università, parti sociali e datoriali, per ricreare le condizioni di crescita e sviluppo del nostro territorio attraverso strumenti che chiudano le porte a infiltrazioni illegali e che garantiscano la sicurezza dei lavoratori».

Tante le macchie nere con cui fare i conti. La disoccupazione giovanile, in primis, che coinvolge oltre quattro giovani su dieci, e subito dopo il tasso di inattività che tra le donne si aggira intorno al 64%.

«Le istituzioni sono chiamate ad assumersi le proprie responsabilità – incalza il Segretario Generale della Uil di Lecce – abbandonando l’immobilismo e intervenendo con tempestività per tutelare le classi sociali più in difficoltà, mettendo la parola fine ai tanti sprechi e creando i presupposti per un rinnovato processo di crescita e sviluppo. Non c’è più tempo per gli indugi».

Grave la situazione del comparto agricolo che da motore trainante, a causa dell’avanzata della xylella, corre il rischio di regalare una vera e propria desertificazione produttiva. Allo stesso modo, grandi problematiche sta vivendo il mondo dell’edilizia, stretta tra le morse della burocrazia e il problema delle grandi opere bloccate come la ss 275. È vero, il turismo  tiene ma paga lo scotto di un sistema di trasporti e di infrastrutture carenti.

Insomma le istituzioni devono rimboccarsi le maniche, non c’è più tempo da perdere. Se il 2019 è stato un anno orribile, il 2020 deve essere l’anno della verità.



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