V-day, c’è grande attesa per i vaccini per vincere la battaglia contro il Covid

Tutto pronto per il “V-day” del 27 dicembre, giorno in cui tutti i paesi europei inizieranno a somministrare il vaccino anti-Covid. Anche in Puglia

Da quando è scoppiata l’emergenza causata dal Coronavirus, i vaccini sono stati considerati come una luce alla fine del tunnel, un’arma per combattere il virus che stava mettendo a dura prova il sistema sanitario e che stava minacciando (e continua a minacciare) le persone più fragili. Ora il conto alla rovescia può cominciare, mancano meno di 24 ore e le prime dosi del farmaco saranno simbolicamente somministrate prima di dare il via alla campagna vera e propria di gennaio.

È stato un viaggio lungo dalla fabbrica in Belgio della Pfizer-Biontech a Roma, dove il furgone nero con i primi 9.750 flaconi è arrivato scortato dalle Forze dell’Ordine. Tolti quelli destinati allo Spallanzani, gli altri ‘voleranno’ in tutta Italia per il V-day che scatterà, in contemporanea, in tutta Europa.

Toccherà prima ai medici, infermieri, personale sanitario e anziani ospiti delle Rsa. Chi è stato in prima linea nella lotta contro il virus e chi è stato più colpito. Una delle prime ad essere vaccinata sarà Annalisa Malara, l’anestesista che ha scoperto il paziente uno all’Ospedale di Codogno.

Tutto pronto in Puglia

Anche in Puglia è tutto pronto per il grande giorno. Sono 505, come spiegato dall’Assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco, le dosi destinate alla regione per il Vaccine Day del 27 dicembre. Una volta arrivate all’hub del Policlinico di Bari saranno immediatamente distribuite nei punti di vaccinazione delle sei province: 105 in quella di Bari e 80 nelle altre 5. Le dosi, come da indicazioni della Protezione Civile Nazionale, saranno destinate agli operatori sanitari e agli ospiti delle Rsa.

La  campagna di vaccinazione anti-Covid

Il cammino per tornare alla normalità è cominciato. Una volta concluso il V-Day, a gennaio inizierà la campagna di vaccinazione anti-Covid. Anche nella fase1 in prima fila ci sono gli operatori sanitari sul campo, gli ospiti delle Rsa e il personale che ci lavora e gli anziani, con precedenza agli “over 80” per poi passare a quelli che hanno dai 60 ai 79 anni. Poi toccherà, per gradi, al resto della popolazione.

Precisazione: il vaccino non è obbligatorio in Italia (come nel resto d’Europa) e verrà somministrato quindi su base volontaria.



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