Viene dimesso dall’ospedale e muore in casa dopo un malore. La Procura apre un’inchiesta e indaga tre medici

Secondo quanto sostenuto dai familiari della vittima, che hanno sporto denuncia, a seguito della visita in ospedale, dopo un primo malore, gli veniva diagnosticata una semplice fibrillazione al cuore.

La Procura apre un’inchiesta sulla morte di un 75enne leccese, deceduto in casa dopo essere stato dimesso dall’ospedale, dove gli sarebbe stata diagnosticata una semplice fibrillazione al cuore. I parenti della vittima chiedono ora alla magistratura di appurare eventuali condotte negligenti del personale medico del Vito Fazzi. E ritengono nell’esposto, che il ricovero in cardiologia sarebbe servito a monitore il quadro clinico del paziente. Inoltre, sostengono che sarebbe stato utile, durante il periodo trascorso nel pronto soccorso, sottoporre l’uomo ad indagine ecocardiografica.

Il pubblico ministero di turno, Luigi Mastroniani, intanto, come atto dovuto in vista dell’esame autoptico, ha già iscritto nel registro degli indagati (per consentire di nominare i consulenti di parte) i tre medici dell’ospedale Vito Fazzi che hanno avuto in cura il paziente, per l’ipotesi di reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. L’autopsia, dopo la riesumazione della salma, è stata già eseguita nei giorni scorsi dal medico legale Alberto Tortorella.

La denuncia

Le indagini hanno preso il via dopo la denuncia presentata dai familiari di O.L., 75 anni di Lecce, attraverso l’avvocato Tommaso Donvito.
Come riportato nella querela, l’uomo che godeva di ottima salute, il 16 aprile scorso, avvertiva un malore in casa e la moglie, verso le 23:30, lo trovava riverso sul pavimento della stanza da letto. Dopo l’arrivo dell’ambulanza, veniva accompagnato con codice arancione/urgenza per “fibrillazione atriale di nuova insorgenza”, al Pronto soccorso all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove rimaneva per circa 12 ore.

Il medico, si legge sempre nell’esposto dei familiari della vittima, a seguito di visita cardiologica, consigliava la somministrazione di eparina. Il paziente, dopo le rassicurazioni del personale medico, poiché si trattava di una semplice fibrillazione al cuore, veniva così dimesso dall’ospedale, con prescrizione di una terapia domiciliare. Il giorno dopo, però, O.L. cominciava a manifestare respiro affannato e fiato corto. Intorno alle 20.30 del 18 aprile, l’uomo avvertiva un nuovo malore, accasciandosi sul divano di casa. Anche in questa circostanza, la moglie chiamava il 118 per soccorre il marito. Dopo 45 minuti ( si legge nell’esposto), arrivava un’ambulanza dall’ospedale di Galatina e nonostante gli svariati tentativi di rianimarlo da parte del personale paramedico, intorno alle 21.30, sopraggiungeva il decesso del 75enne.



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