Avrebbe promesso posti di lavoro, in cambio di somme di denaro con la complicità di un falso medico. Il sostituto procuratore Antonio Negro ha chiuso le indagini sul maxi raggiro organizzato dall'autista di pullman Raffaele Faggiano, vegliese di 56 anni. Egli risponde di truffa aggravata. Così come, il suo complice, Stefano Laneve, 58enne di Fasano, accusato dello stesso reato e di esercizio abusivo della professione medica.
Faggiano è assistito dall'avvocato Americo Barba, mentre Stefano Laneve da Stefania Melissano.
Faggiano avrebbe organizzato le truffe all’insaputa dell'agenzia Marozzi ( ma anche di Ferrovie dello Stato e Sud Est ), per le quali all'epoca lavorava come conducente d'autobus e venne arrestato nel febbraio del 2014. I militari della stazione di Veglie, guidati dal maresciallo Matteo De Luca e dell'Aliquota Operativa di Campi Salentina, diretti dal maggiore Nicola Fasciano gli tesero una "trappola". Organizzarono una consegna controllata di denaro, con la collaborazione di una ragazza di Veglie che aveva subito il tentativo di truffa e denunciato l'accaduto. La ragazza riferì che l’autista le aveva prospettato la possibilità di essere assunta nell'azienda, dietro il pagamento di 2mila euro. E così, la giovane ha chiamato Faggiano, dicendosi disponibile a versare un anticipo di 500 euro. I due si sono dati appuntamento davanti ad un bar di Veglie.Al momento della consegna dei soldi ( banconote false, utilizzate come esca), i militari sono usciti allo scoperto ed hanno arrestato Faggiano. L'uomo è stato poi ristretto ai domiciliari. Egli è già stato processato per direttissima per il singolo episodio della tentata truffa. Ha patteggiato nove mesi, con pena sospesa.
La documentazione sequestrata in casa di Faggiano (un’agenda con nomi delle vittime, indirizzi, fototessere, copia dei documenti di identità e certificati medici di idoneità al lavoro) ha dato il via ad un’altra inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, e poi confluita in unico fascicolo d'indagine di cui si è occupato il pm Antonio Negro. Sarebbe emerso che Faggiano avrebbe avuto il compito di intercettare le vittime e di assicurare un posto di lavoro in cambio di denaro. A quel punto entrava in gioco Stefano Laneve, l'altro indagato nelle vesti di finto medico. La truffa, infatti, prevedeva una visita psicoattitudinale presso la stazione centrale delle Ferrovie di Bari. Sarebbero emersi altri 30 casi di persone truffate. Faggiano avrebbe messo in atto i raggiri per un valore complessivo di circa 150 mila euro. Le somme percepite variavano dai mille fino, addirittura, a 12mila euro. Si trattava di giovani e meno giovani, in cerca di un posto di lavoro. Le vittime di Lecce, Porto Cesareo, Veglie, Salice Salentino, ma anche di paesi del brindisino, come San Donaci e San Pancrazio Salentino.
