Abusi a edilizi a ‘Le Nuove Dune’di Porto Cesareo? Il Riesame restituisce parte delle strutture sequestrate

Accolto il ricorso presentato dai legali Luigi Covella e Maria Domenica Campanelli che avevano impugnato l’ordinanza del gip. Ricordiamo che la struttura era stata sottoposta a sequestro preventivo, disposto dal Gip su richiesta del pubblico ministero.

Tolti quasi interamente i sigilli al complesso edilizio “Le Nuove Dune” di Porto Cesareo e restituite gran parte delle opere. Tra di esse, anche la zona bar e ristorante al primo piano e l'area al piano terra con le varie strutture del lido balneare.
  
Il Tribunale del Riesame ( Presidente Silvio Piccinno, relatore Maria Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto) ha accolto il ricorso presentato dai difensori che avevano impugnato l'ordinanza del gip. Gli avvocati Luigi Covella e Maria Domenica Campanelli ritenevano anzitutto come non si potesse sequestrare l'intero immobile e che comunque gli atti compiuti dai propri assistiti fossero legittimi. Inoltre, i legali hanno invocato il principio del "Ne bis in idem", per il quale il pubblico ministero ( in questo caso specifico) non poteva sottoporre ad indagini la stessa persona per due volte nella medesima vicenda.  Ricordiamo che la struttura era stata sottoposta alla misura del sequestro preventivo, disposto il 27 gennaio scorso dal Gip Simona Panzera su richiesta del Sostituto Procuratore Paola Guglielmi. Il pm ha così iscritto nel registro degli indagati, il legale rappresentante della struttura.
  
Il complesso edilizio “Le Nuove Dune” è finito sotto la lente di ingrandimento della Capitaneria nel corso dell’estate 2014: in quel periodo, infatti, durante un controllo lungo la fascia costiera, i militari notarono e segnalarono alcune opere costruite in totale assenza delle autorizzazioni previste. Le strutture, in particolare, sarebbero state realizzate in zone sottoposte ai vincoli dalla normativa ambientale, poiché compiute nella fascia dei trenta metri dal confine con il demanio marittimo, nei pressi della zona Palude del Conte, Dune di Punta Prosciutto.
  
Secondo la Guardia Costiera, però, i proprietari dello stabilimento, in spregio ai vincoli fissati dalla legge, avrebbero realizzato un blocco ristorante, un blocco bar-tavola calda, diversi depositi e vani nonché varie strutture a servizio dello stabilimento balneare, in assenza di tutta la documentazione necessaria.
  
Nel corso delle indagini, inoltre, un tecnico nominato dall’autorità giudiziaria ha certificato non solo quanto già contestato dai militari, ma avrebbe rilevato anche un raddoppiamento delle dimensioni della struttura nel tempo, rispetto a quelle iniziali, con un aumento della volumetria di circa 2mila e 500 metri cubi, in parte realizzata in difformità ai titoli edilizi posseduti e in parte in assenza di autorizzazione. Il tutto, quindi, avrebbe condotto a una serie di conseguenze quali l’incremento del carico urbanistico e l’innalzamento della produzione di rifiuti urbani.



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