La Procura leccese da un’accelerata alle indagini e chiede l’incidente probatorio per ascoltare la 12enne, presunta vittima di abusi sessuali per mano di un sacerdote.
Nell’atto, a firma del pm Stefania Mininni, compaiono i nomi dei tre indagati: il prete, accusato di violenza sessuale aggravata, con riferimento anche a rapporti “completi” con la ragazzina; la madre di quest’ultima, che risponde dell’ipotesi di reato di “favoreggiamento”, per non aver riferito agli inquirenti dei presunti abusi subiti dalla figlia e per “false informazioni al pubblico ministero. Non solo, poiché anche la madre, come risulta nella richiesta d’incidente probatorio, è accusata di violenza sessuale. Secondo i denuncianti, le presunte molestie si sarebbero consumate tra le mura domestiche, ma si tratterebbe anche in questo caso, di un’accusa tutta da verificare.
Infine, risulta <strong>indagata anche la nonna della ragazzina, con l’accusa di false informazioni al pubblico ministero, poiché non avrebbe detto tutta la verità al pm, sulla presunta relazione tra il sacerdote e la madre della ragazza.
Adesso, sarà compito del gip designato, accogliere l’istanza ed eventualmente fissare la data dell’incidente probatorio. In quella sede, la 12enne verra sentita nell’ambito di un “ascolto protetto”, alla presenza di uno psicologo, al fine di “cristallizzare” le dichiarazioni.
Intanto, per salvaguardarne la serenità, la ragazzina è stata trasferita con provvedimento della Procura dei Minori, in una struttura protetta.
Le accuse al prete
Le accuse al prete hanno preso avvio dalla denuncia di una zia (parente del padre) residente in Campania, della 12enne. L’atto è stato depositato nell’agosto scorso e veniva fatto riferimento a palpeggiamenti, avances di natura sessuale ed in alcune occasioni, addirittura a rapporti completi tra le mura della parrocchia frequentata dalla ragazzina. I fatti contestati si sarebbero verificati agli inizi di quest’anno, in un paese dell’hinterland di Lecce. Il sacerdote non è stato mai sospeso dalla Curia che lo ritiene assolutamente estraneo ai gravi addebiti contestatigli. Tra l’altro, ha lasciato la parrocchia in cui, secondo i denuncianti, si sarebbero verificati i fatti, da molto tempo. Egli attualmente svolge il sacerdozio in un’altra chiesa, ma per motivi che non hanno alcun riferimento alle presunte molestie ai danni della ragazzina.
Durante le indagini, condotte dai Carabinieri del Norm di Lecce, sono stati sequestrati il telefonino del parroco e della presunta vittima, per essere analizzati da un perito informatico nominato dalla Procura. La ragazza è stata anche sentita, attraverso “l’ascolto protetto”, alla presenza di una psicologa. Per due volte. Anzitutto, subito dopo la denuncia, ma anche in seguito alla visita ginecologica che non avrebbe riscontrato i segni di una violenza sessuale.
Il ruolo della famiglia
Dunque, sulla scorta di questi accertamenti, la Procura intende verificare la fondatezza delle accuse. Anche nei confronti della madre. Infatti, sempre nella stessa denuncia depositata dalla zia della presunta vittima, si fa riferimento ai rapporti poco trasparenti intercorsi tra il parrocco e la madre della 12enne. Accuse pesanti, poiché la relazione tra i due, veniva additata come la causa della “rovina” della famiglia. Un contesto familiare degradato caratterizzato da un’accesa conflittualità e segnato anche da difficoltà economiche. I genitori sono da tempo separati e il padre ha una recente condanna penale alle spalle.
Sullo sfondo di questo complesso contesto, emergerebbe il ruolo del prete. Una figura di “supporto” ad una famiglia segnata da enormi difficoltà e conflittualità, con un continuo “rimpallo” di responsabilità? Il sacerdote, infatti, pur non essendo un “amico di famiglia” in svariate occasioni si sarebbe offerto di dare una mano anche dal punto di vista economico. Oppure, il prete avrebbe approfittato della fiducia incondizionata accordatagli dalla famiglia per molestare la 12enne? Domande a cui daranno una risposta nei prossimi mesi gli inquirenti.
Il sacerdote è assistito dai legali Stefano De Francesco e Vittorio Vernaleone. La madre e la nonna della minore sono invece difese dall’avvocato Francesco Cavallo. Invece, il padre della ragazzina, persona offesa, è assistita dal legale Benedetto Scippa.
