Traffico e spaccio di droga, blitz dei Carabinieri di Brindisi. Nove arresti, c’è anche una leccese

Il Provvedimento firmato da giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – del capoluogo

Nella mattinata di oggi, nelle province di Brindisi e Lecce – oltre che nelle case circondariali di Sassari, Oristano, Bari, Lecce e Agrigento, i Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi, con il supporto, nella fase esecutiva, del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno e dell’Aliquota di Primo Intervento Carabinieri di Brindisi, hanno eseguito un’Ordinanza di Applicazione di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Lecce, nei confronti di nove persone, indagate a vario titolo per “associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti” con l’aggravante di aver agevolato l’associazione di tipo mafiosa  “Sacra Corona Unita”  che opera nella frangia “Tuturanese”, per “spaccio di sostanze stupefacenti” e per “violazioni in materia di armi”.

Tra gli arrestati c’è anche una donna di Campi Salentina residente a San Pietro Vernotico ed è indagato un uomo di nazionalità serba residente a Lecce

L’indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi dall’ottobre 2022 al novembre 2024, rappresenta la fase conclusiva di una ben più ampia e complessa attività investigativa, che ha preso le mosse appunto nel mese di ottobre 2022, a seguito di una crescente recrudescenza di gravi atti intimidatori ai danni di alcuni esercizi commerciali in San Pietro Vernotico, che ha creato un allarme sociale dovuto anche alla pericolosità dei soggetti coinvolti, tale da rendere urgente e necessaria l’esecuzione, in data 22 luglio 2024, di fermi di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce nei confronti di 6 persone (di cui due minorenni) ritenute responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso” con l’aggravante dell’associazione armata, “tentata estorsione”, “danneggiamenti con esplosivi o a seguito di incendio”, “lesioni personali” e “porto e detenzione di armi da fuoco”.

A seguito delle indagini che hanno supportato il  Decreto di Fermo di Indiziato di Delitto, il 1° agosto 2024 il Gip del Tribunale di Lecce ha emesso un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere per 5 indagati (4 dei quali colpiti dal Decreto di Fermo, a cui si aggiunge il capo e promotore dell’associazione mafiosa in disamina).

Il Ministro della Giustizia, in accoglimento della richiesta formulata dalla Dda di Lecce, in data 22 agosto 2024 ha applicato, a carico del capo e promotore del sodalizio mafioso la detenzione ex art. 41 bis del regime carcerario.

L’attività d’indagine ha consentito di: delineare gli assetti organizzativi sul territorio dell’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di stabilire in modo chiaro i ruoli ricoperti dai sodali all’interno dell’associazione, nello specifico, sono stati individuati il capo e promotore, detenuto in carcere, elemento di spicco della frangia tuturanese della Sacra Corona Unita, che attivava per assicurare all’associazione il costante e puntuale canale di approvvigionamento di stupefacenti, impartendo direttive per la gestione dell’attività di compravendita, imponeva i prezzi di acquisto e vendita e la spartizione dei proventi dell’attività illecita; l’organizzatore, affiliato di assoluta fiducia e riferimento del vertice, che operava sul territorio, mantenendo diretti contatti con lo stesso e ricevendo da questi dettagliate disposizioni in ordine alle varie fasi dell’attività di acquisto, distribuzione ai pusher e vendita della droga, rendendo conto all’organizzatore dell’andamento dell’attività della riscossione delle somme dovute dalle persone preposte allo spaccio, conducendo le trattative per gli approvvigionamenti e concordando i prezzi di acquisto secondo le indicazioni operative sempre disposte dal detenuto in carcere; gli affiliati, poi, fornivano il proprio contributo approvvigionando di stupefacente direttamente i pusher, provvedendo al trasporto, alla custodia, confezionamento ed allo spaccio di stupefacenti sotto la direzione del preposto organizzatore, operando quali pusher alle dirette dipendenze di lui, rendendo conto a lui dell’attività e consegnandogli gli introiti, nonché le somme elargite a titolo di pensiero quale contributo al mantenimento in carcere del detenuto (quale capo e promotore) e di altri affiliati detenuti; di accertare i luoghi di occultamento degli approvvigionamenti presso gli immobili; identificare i sodali dell’associazione con base operativa a San Pietro Vernotico e gli appartenenti alla rete di spaccio per la distribuzione nelle province di Brindisi e Lecce; accertare la disponibilità di armi da fuoco, con l’arresto in flagranza di 2 persone e con il sequestro di 2 pistole semiautomatiche, 1 pistola a tamburo, 1 fucile monocanna, 1 silenziatore per arma di costruzione artigianale; arrestare in flagranza di reato 5 persone e sequestrare complessivamente 10,6 kg. di cocaina, 1,4 kg. di marijuana e 400 grammi di hashish e indagare ulteriori 10 persone ritenute responsabili dei singoli episodi di spaccio.

L’indagine inquadra le dinamiche criminali che hanno portato l’organizzazione a porre in essere una grave recrudescenza con atti intimidatori di straordinaria gravità per il territorio di San Pietro Vernotico e dei Comuni limitrofi, che hanno ingenerato un forte allarme sociale per modalità esecutive e pericolosità dei soggetti coinvolti, tali da rendere necessario riunire più volte il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza in Prefettura, oltre a numerose Riunioni Tecniche di Coordinamento.

Gli indagati sono da ritenersi non colpevoli fino a quando la responsabilità penale non sarà accertata con sentenza irrevocabile.