Arriva la condanna alla pena di 7 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione per il presunto boss, accusato di estorsione ai danni di una ditta di costruzioni dell’area ugentina. Lucio Stefano Cera, 51enne di Taurisano, è stato giudicato con il rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) dal gup Marcello Rizzo, nella giornata di ieri. L’imputato è stato condannato per il reato di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.
Il pm Giovanna Cannarile aveva invocato la condanna a 7 anni.
L’imputato è difeso dagli avvocati David Alemanno e Giuseppe Presicce che una volta depositate le motivazioni potranno proporre ricorso in Appello.
Nelle scorse settimane, il gup Angelo Zizzari aveva rigettato la richiesta di patteggiamento a 5 anni, avanzata dalla difesa, per estorsione, ma con l’esclusione del metodo mafioso e della recidiva. Dopo il diniego del giudice, la difesa aveva chiesto il giudizio abbreviato che si è celebrato nella giornata di oggi.
Invece, il gup Zizzari aveva accolto l’istanza di patteggiamento a 10 mesi di reclusione per Andrea Cera, 42enne, di Taurisano, cugino di Lucio. Entrambi rispondevano di resistenza a pubblico ufficiale. Lucio Cera anche di detenzione di sostanze stupefacenti.
Le indagini sono state condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. In particolare, Lucio Cera avrebbe proposto la protezione ad un cantiere e promesso la restituzione, in cambio di soldi, di un mezzo rubato che è stato poi ritrovato.
I presunti responsabili sono stati identificati e arrestati in flagranza di reato, nel novembre del 2022, a seguito dei servizi di osservazione della polizia, presso il cantiere stradale dell’area ugentina. Dopo aver documentato lo scambio del denaro, per un valore di 11 mila euro, gli agenti hanno bloccato i due Cera, al termine di un breve tentativo di fuga.
Durante la perquisizione, è stata rinvenuta la busta con il denaro, oltre a circa 24 grammi di cocaina. Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, dinanzi al gip Giulia Proto, i due hanno fornito la loro versione dei fatti, ritenuta inattendibile dal giudice.
Lucio Cera, con varie condanne anche per mafia alle spalle, si trova attualmente in carcere, mentre il cugino Andrea ha ottenuto la revoca dei domiciliari già diversi mesi fa.
