Inchiesta gasdotto Tap: Si del giudice a richiesta d’incidente probatorio della Procura

Il gip Cinzia Vergine ha fissato l’udienza per l’11 aprile e nominato tre consulenti tecnici. Nelle settimane scorse, otto sindaci avevano indirizzato una lettera al Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris, nella speranza di una riapertura dell’inchiesta

Accolta la richiesta d’incidente probatorio avanzata dalla Procura, a seguito della riapertura dell’inchiesta sul gasdotto Tap. Il gip Cinzia Vergine ha fissato l’udienza per il 15 aprile e nominato tre consulenti tecnici. Si tratta del: Prof. Fabrizio Bezzo che insegna Impianti Chimici presso l’Università di Padova e dei Prof. Davide Manca e Lionella Maria del Politecnico di Milano.

Il gip motiva la richiesta di accoglimento, affermando che “le modifiche del progetto intervenute nel 2016, impongono di rinnovare le valutazioni già svolte in tema di unitarietà funzionale, o meno dei progetti TAP SRG e conseguentemente, risponderane ( se necessario complessivamente) impatto ambientale e rischi per la pubblica incolumità in relazione alla applicabilità delle cc.dd. Direttive Seveso…” Non solo, poiché il giudice conclude affermando che “la complessità degli accertamenti da effettuarsi richiede la individuazione di professionalità diverse ( che contemplino competenze in tema di strumentazione controllo di impianti chimici, grandi impianti industriali urbanistica a paesaggistica) che dovranno interagire ai fini degli accertamenti richiesti e di elevato profilo”.

Adesso, il pubblico ministero, le tre persone indagate (le stesse dell’inchiesta precedente) e i sindaci firmatari dell’esposto in qualità di persone offese, potranno procedere alla nomina di un consulente di parte.

L’incidente probatorio si svolgerà con il “contraddittorio tra le parti”, in modo che possa eventualmente formarsi la prova, prima di un eventuale processo, sulla quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. Tap ritiene che non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedono di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.

Ricordiamo che nei mesi scorsi, il gip ha riaperto l’inchiesta sui presunti reati ambientali nella costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline. Il giudice ha difatti accolto l’istanza del Procuratore Valeria Farina Valaori, di una perizia collegiale. La Procura chiedeva nello specifico, la nomina di un esplosivista, di un ingegnere impiantistico ed infine di un urbanista.

Nelle settimane scorse, occorre ricordare, otto sindaci avevano indirizzato una lettera al Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris, alla luce di nuovi elementi emersi negli ultimi tempi, nella speranza di una riapertura dell’inchiesta, dopo l’archiviazione decisa dall’allora Procuratore Cataldo Motta.

Nello specifico, si tratta dei “primi cittadini”: Fulvio Pedone di Lizzanello e Dina Manti, Corigliano d’Otranto, difesi dall’avvocato Ladislao Massari; Luca De Carlo, di Vernole, Fabio Tarantino di Martano e Antonio Chiga, Zollino, assistiti dal Professore Giulio De Simone; Andrea De Pascali, Castrì di Lecce e Francesca De Vito, Calimera, difesi da Luigi e Roberto Rella; Marco Potì per Melendugno, assistito da Mario Tagliaferro. Nella missiva, veniva ripercorso l’iter burocratico del progetto TAP, a partire dalla Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Negli atti depositati in Procura si ipotizzavano dei vizi sullo “spacchettamento” del progetto, oltre a una VAS incompleta in merito all’allaccio. Tra le parti offese, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’Associazione Vas Aps Onlus, difesa dall’avvocato Francesca Conte. Invece, il Comitato No Tap, Presieduto da Alfredo Fasiello è assistito dall’avvocato Francesco Calabro

La Procura contesta l’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato nei confronti di: Clara Risso, legale rappresentante della Trans Adriatic Pipeline; Michele Mario Elia, Country Manager di Tap; Gilberto Dialuce, Direttore Generale per la Sicurezza e l’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli indagati, anche la stessa società Tap. Sono difesi dagli avvocati Paola Severino (ex Ministro della Giustizia), Andrea Sambati, Michele Laforgia, Maurizio Bortolotto, Fernando Musio.



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