Le dimissioni di Torricelli non hanno fatto venir meno l’attualità delle esigenze cautelari. È uno dei passaggi chiave del provvedimento a firma del giudice relatore Pia Verderosa.
Il Tribunale del Riesame ha rigettato l’Appello della difesa, contro la seconda ordinanza del gip Giovanni Gallo, che nonostante il parere favorevole dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, confermava i domiciliari per l’ex consigliere comunale di Palazzo Carafa.
La dr.ssa Verderosa ritiene, dunque, che il “quadro” cautelare sia rimasto invariato anche nei confronti di Torricelli. Così come, per Monosi e Pasqualini, come evidenziato nell’altra ordinanza depositata nei giorni scorsi.
Nel corso dell’udienza camerale delle settimane scorse, l’avvocato Luigi Covella, legale di Torricelli, ha chiesto la scarcerazione del proprio assistito e quanto meno la sostituzione della misura dei domiciliari, con quella dell’obbligo di dimora. Anzitutto, secondo il legale, non vi sarebbero più le esigenze cautelari, anche perché gli episodi contestati si sarebbero verificati fino al 2015. Inoltre, la richiesta di scarcerazione era legata a motivi di salute ed all’età dell’indagato. Anche in questo caso, secondo il giudice relatore, tali legittime istanze, possono essere salvaguardate attraverso la misura dei domiciiari. Anche perché, sussisterebbe nei confronti di Torricelli, il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato.
Le accuse
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, sono finiti una serie di atti amministrativi per favorire l’assegnazione di alloggi popolari in cambio del voto.
Emblematico il rapporto di scambio intercorso tra Antonio Torricelli e l’assegnataria di una casa popolare indagata. In questo caso specifico, sarebbe stata la creazione una lista di persone contattate da quest’ultima con l’assicurazione del voto per le regionali del 2015, in favore di un candidato del centrosinistra. Gli elettori contattati dovevano esprimere la propria preferenza in modo tale da permettere poi una “verifica” da parte del Torricelli.
Nel corso di oltre due ore d’interrogatorio di garanzia, Antonio Torricelli, 74 anni di Surbo, ex vicepresidente del consiglio comunale, ha negato ogni responsabilità, sottolineando di avere agito nel rispetto del proprio ruolo istituzionale.
