Presunte tangenti in cambio di assunzioni all’Ato Lecce 2, nuovo rinvio dell’udienza preliminare

Il gup Cinzia Vergine, ha espresso la propria incompatibilità e ha rimesso gli atti dell’inchiesta al Presidente del Tribunale. Adesso, dovrà essere nominato un altro giudice e si riprocederà con le notifiche. I tempi del processo, dunque, si allungano.

L'udienza preliminare, relativa all'inchiesta sulle presunte tangenti in cambio di assunzioni all'Ato Lecce 2, è stata nuovamente rinviata. In mattinata, il gup Cinzia Vergine, "sollecitata", ha espresso la propria  incompatibilità e ha rimesso gli atti dell'inchiesta al Presidente del Tribunale. Il giudice, infatti, durante le indagini avrebbe autorizzato la proroga di alcune intercettazioni. Già il 18 ottobre scorso si sarebbe dovuta tenere l'udienza, ma in quell'occasione, fu disposto il rinvio per un legittimo impedimento del giudice. Adesso, dovrà essere nominato un altro gup e si procederà nuovamente con le notifiche. I tempi del processo, dunque, si allungano già prima che lo stesso abbia avuto inzio.
 
Ad ogni modo, il nuovo giudice una volta fissata la fatidica data, stabilirà se rinviare a giudizio o in alternativa prosciogliere dall'accusa nove persone: l’ex assessore provinciale e politico di lungo corso Silvano Macculi, 49 anni, di Botrugno, nelle vesti di presidente dell’Ato Le/2 (Ambito territoriale ottimale); il dirigente di Palazzo Carafa del settore Ambiente, Fernando Bonocuore, 50 anni di Lecce, responsabile unico del procedimento delle gare d’appalto dell'Aro 4 e dell'Aro 6 (ambiti di raccolta ottimale); Anna Maria Bonocuore, 40 anni, di Lecce; il sindacalista Valerio Contaldo, 59 anni, di Galatina; il funzionario della Provincia Giorgio Rausa, 63 anni di Poggiardo; Giovanni Biasco, 59 anni di Botrugno;  Riccardo Bandello, 45 anni di Otranto; Emanuele Borgia 51 anni di Maglie, Dec dell'Ato Lecce 2; il responsabile tecnico di Ato Lecce 2, Luana Greco, 46 anni, di Tricase.
 
Questi rischiano di finire sotto processo, in merito alle presunte tangenti in cambio di assunzioni, negli appalti per raccolta ed il trattamento dei rifiuti. La torbida vicenda vedrebbe il coinvolgimento di politici locali, sindacalisti e alcuni personaggi legati alla Sacra Corona Unita.
 
Gli imputati rispondono in concorso, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati continuati di: concussione "tentata" o "riuscita", estorsione e  falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
 
Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mario Rossi, Luigi Corvaglia, Salvatore Corrado, Francesco Paolo Sisto, Luigi Rella, Vivana Labbruzzo, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Giuseppe Erriquez, Angelo Vantaggiato, Alessandro Distante. Alcune parti offese sono assistite dall'avvocato Giovanni Castoro.
 
Il "grande accusatore"è Gianluigi Rosafio, 41 anni di Taurisano, nome assai noto nel settore in questione e varie volte "interessato" da interdittive antimafia.
 
Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e dal sostituto procuratore antimafia Alessio Coccioli, si fa riferimento ad appalti ed assegnazioni d'incarichi risalenti al periodo compreso fra il 2007 ed il 2009. Riguardo la "posizione" di Macculi, vengono contestate anzitutto “mazzette” da circa un milione di euro. L'ex sindaco di Botrugno si sarebbe fatto consegnare, prima della gara di appalto del 16 ottobre del 2007 per l'assegnazione dei rifiuti dell'Aro 4 e dell'Aro 6, tale somma da "Lombardi Ecologica" e da Cns Supernova Società Cooperativa, riunite nell'Ati e da Gianluigi Rosafio, interessato al subappalto. A Macculi,vengono contestati dalla Procura anche regali natalizi per 8.000mila euro e la richiesta di assunzione per 23 operai.
 
Fernando Bonocuore, invece, in concorso con Anna Maria Bonocuore avrebbe preteso 10mila euro da Rosafio, per sbloccare un pagamento alla Lombardi Ecologica del canone del 2009 di quasi un milione e 200mila euro.
 
Le indagini  sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce.



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