
Prosegue regolarmente l’attività d’impresa della famiglia Mazzotta. Il gip Angelo Zizzari, attraverso apposito provvedimento, nelle scorse ore, in accoglimento dell’istanza a firma degli avvocati Saverio Sticchi Damiani e Roberto Eustachio Sisto, si legge in una nota stampa della difesa: “ha precisato che il sequestro preventivo disposto su alcune somme dei conti correnti nella disponibilitá della famiglia Mazzotta, nelle more delle definizione del processo penale per presunta sovrafatturazione, non è in alcun modo ostativo alla prosecuzione dell’attività di impresa. Ed infatti, a prescindere dalla conferma del sequestro per alcune somme in sede di Riesame, la Barone di Mare – e con essa l’attività alberghiera – è pienamente operativa e ha piena facoltà di utilizzare i propri conti, disponendo di tutte le ulteriori entrate per poter garantire la continuità aziendale. Di fatto, l’accoglimento della predetta istanza consente alla società di ottenere un risultato sovrapponibile a quello oggetto della richiesta di dissequestro, volta sostanzialmente a poter disporre delle somme utili a far proseguire l’attività di impresa”.
E continua la nota: “Pertanto, pur nell’attesa dell’udienza di fissazione del Riesame proposto dai legali della Pgh Barone di Mare e della definizione del processo penale, rispetto al quale la famiglia Mazzotta ribadisce, nonostante tutto, la propria serenità e la piena fiducia nell’accertamento della verità in ordine all’assenza di qualsiasi imputazione di reato, resta la certezza che il congelamento di parte delle somme presenti sui conti correnti non intacca la continuità aziendale e la possibilità per l’azienda di far fronte ai pagamenti dei dipendenti, dei fornitori e di tutte le spese di gestione dell’attività di impresa”.
Ricordiamo che nelle scorse ore, il Riesame ha confermato in parte, il sequestro di conti correnti della famiglia Mazzotta, nell’ambito di una presunta “frode carosello”. La sezione feriale del tribunale del Riesame (presidente Pietro Baffa, relatore Luca Scuzzarella, a latere Pia Verderosa) ha rigettato il ricorso della difesa per l’imprenditore ed ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, 53 anni di Carmiano e per i figli: Paride, 34 anni, attuale consigliere regionale di Forza Italia, Hermes, 28 anni, e Greta, 31 anni.
Il colleggio difensivo
Sono difesi dagli avvocati: Paolo Spalluto, Andrea Sambati, Saverio Sticchi Damiani, Stefano De Francesco, Michele Bonsegna, Giuseppe Fornari, Alessandra De Pascalis, Roberto Eustachio Sisto, Francesco Morelli.
Invece, il Riesame ha accolto parzialmente il ricorso per Pierluigi Mazzotta, 54 anni, fratello di Giancarlo, poiché all’imprenditore è stata restituita una parte del denaro, corrispondente a 36mila euro, presente sul conto corrente sequestrato. L’indagato è assistito dall’avvocato Francesco Vergine.
Il collegio difensivo potrà presentare ricorso in Cassazione.
I legali chiedevano l’annullamento o la riforma del decreto di sequestro preventivo funzionale alla confisca obbligatoria e per equivalente, per un valore di circa 12 milioni di euro, a firma del gip Alessandra Sermarini, richiesto dal pm Donatina Buffelli ed eseguito dai militari della Guardia di Finanza. I legali, nel corso della discussione in aula del ricorso, tenutasi venerdì scorso, chiedevano una dettagliata valutazione dell’operato delle ditte “esecutrici” dei lavori e l’analisi delle fatture emesse.
Nel decreto compare anche Luciana Quarta, 56enne, residente in provincia di Chieti, assistita dagli avvocati Luigi Covella e Giuliano Fina, che al momento non ha presentato ricorso al Riesame.
Le ipotesi accusatorie verso le sei persone coinvolte nel procedimento, tutte da verificare, sono: truffa aggravata, autoriciclaggio e fatture false per operazioni inesistenti, nel periodo compreso tra il 2017 ed il 2019.
Nel decreto di sequestro si fa riferimento, tra le altre cose, a presunti illeciti amministrativi, relativi al resort «Barone di mare» di Torre dell’Orso, anche se occorre precisare che la struttura è regolarmente aperta per la stagione estiva. Non solo, poiché si parla di altre cinque aziende, anch’esse regolarmente funzionanti.
Numerosi gli episodi di evasione fiscale ipotizzati dal pm. Si parla di svariati milioni di euro, riconducibili alla Pgh Barone di Mare, tramite la Europa Costruzioni, considerata la classica società «cartiera» che avrebbe documentato spese superiori a quelle sostenute per la ristrutturazione del villaggio Barone di Mare, per ottenere l’importo massimo previsto dal bando della Regione Puglia.
Il procedimento penale è già dinanzi al giudice del dibattimento.