Colpo di pistola contro un personal trainer: il pm chiede condanna a 12 anni per l’imputato

Michael Signore, 20enne leccese, risponde di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Nella prossima udienza è prevista la sentenza del giudice.

La Procura chiede la condanna 12 anni di reclusione per Michael Signore, 20enne leccese, accusato di avere sparato al personal trainer Riccardo Savoia, nella zona 167 di Lecce.
Dinanzi al gup Giovanni Gallo, si è tenuta in mattinata la requisitoria del pm Maria Rosaria Micucci. Michael Signore risponde di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Non solo, anche di rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione e porto d’armi abusivo.

Successivamente ha preso la parola l’avvocato Mariangela Calò, che ha sostenuto l’assenza di volontà omicida e premeditazione nel gesto del 20enne leccese, il quale era stato precedentemente aggredito da Savoia. Il legale ha, quindi, chiesto la riqualificazione del reato di tentato omicidio in lesioni personali gravissime e il riconoscimento delle attenuanti generiche (come richiesto dal pm Micucci) per l’incensuratezza, la giovane età e le dichiarazioni rese durante l’interrogatorio. Non solo, la difesa ha chiesto che l’accusa di rapina aggravata venga eventualmente riqualificata in violenza privata. Per finire, è stato invocato il riconoscimento dell’attenuante del recesso attivo, poiché Signore ha prestato subito soccorso al personal trainer, dopo averlo visto in gravi condizioni.

Nella prossima udienza, fissata per il 10 luglio, ci saranno le repliche e la sentenza.

Ricordiamo che, in una scorsa udienza, Michael Signore ha fornito la propria versione dei fatti dinanzi al giudice. L’imputato, detenuto nel carcere di Trani, è stato ascoltato in videoconferenza nel corso del processo con rito abbreviato. Il 20enne ha voluto controbattere alle dichiarazioni fornite da Savoia. Tali affermazioni erano emerse dalle intercettazioni ambientali, dopo che gli investigatori avevano piazzato delle “cimici” in ospedale.

Signore ha sostenuto che non aveva intenzione di uccidere Savoia. Durante l’incontro con il 38enne leccese, la situazione è improvvisamente degenerata; hanno avuto un’aspra discussione ed il personal trainer lo ha violentemente aggredito e minacciato di buttarlo dal balcone. A quel punto, ha cercato di difendersi e ha usato pistola nascosta sul terrazzo. E una volta recuperatala, ha fatto fuoco contro Savoia. Ma ha ribadito che nel suo gesto non c’era premeditazione e che l’arma si trovava lì, per evitare controlli in casa. Ha poi aggiunto di avere usato anche un coltellino per difendersi dall’aggressione di Savoia. E poi, ha escluso un collegamento tra il fatto di sangue e presunti debiti o contrasti legati al mondo droga, dopo che varie dosi di cocaina sono state ritrovate in casa sua. Il giovane ha negato di avere rapinato Savoia, affermando che gli oggetti personali erano caduti a terra, durante la colluttazione.

Il 38enne leccese Riccardo Savoia, vittima dell’agguato, non si è costituito parte civile. È difeso dall’avvocato Antonio Savoia.

Il fatto di sangue

L’8 maggio del 2019, Riccardo Savoia è stato ritrovato sulla terrazza di una palazzina in via Machiavelli, nel quartiere Stadio di Lecce, in gravi condizioni. In seguito, si è giunti al presunto autore della violenta aggressione, grazie ai filmati di una telecamera di videosorveglianza. Maicol Signore venne sottoposto al fermo, poi convalidato dal gip e condotto in carcere. A seguito del violento fatto di sangue, Savoia ha perso la funzionalità della milza ed ha subito lo sfregio e la deformazione permanente del viso.

L’inchiesta

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, il 20enne leccese avrebbe sparato un colpo di pistola in bocca e in altre parti vitali del corpo, all’indirizzo del personal trainer, ferendolo anche con un coltello. Il giovane leccese avrebbe anche rapinato Savoia sottraendogli, dopo l’aggressione, gli occhiali da sole, il portafoglio con 200 euro, un orologio e il cellulare.

Nell’abitazione di Signore sono state rinvenute 17 dosi di cocaina e altri 170 grammi nel seminterrato nascoste in una cassaforte, da cui l’accusa di spaccio.