Allergia, medicina personalizzata e narrativa. Il forum del dott. Mauro Minelli con Leccenews24

Il dott. Mauro Minelli è stato ospite, nei giorni scorsi, della redazione di Leccenews24.it per affrontare vari temi legati alla sanità ed alla medicina.

Dall’allergologia, allargata all’ambito più ampio delle malattie immunologiche, per poi giungere a cosa rappresenta e come si è evoluta nel tempo. E poi ancora, possibili rimedi per ovviare alla crisi organizzativa del sistema sanitario pubblico, nonché la medicina “personalizzata” e “narrativa”. Una chiacchierata a tutto tondo assieme al dott. Mauro Minelli, medico specialista in allergologia ed immunologia, nonché responsabile del Network Polismail, con più sedi dislocate sul territorio nazionale, per la cura delle malattie immunoallergiche. La redazione di Leccenews24.it, infatti, nei giorni scorsi ha voluto incontrare il professionista all’interno di un forum di discussione, tenuto proprio presso la sede della testata online.

Allergie

La prima argomentazione, non poteva non riguardare le allergie. “Nell’ambito del tema “allergie” – specifica Minelli – bisogna tenere  in considerazione due elementi: la predisposizione del soggetto e i fattori esterni (ambientali) che possono essere di tipo fisico, chimico o alimentare e che slatentizzano la originaria suscettibilità genetica. Nel senso che la predisposizione innata può anche restare silenziosa  a vita finché, poi, non interviene un fattore esterno che porta all’esplosione della patologia. I numeri sono in evoluzione, nel 2006 si parlava del 30% di soggetti allergici sul territorio nazionale, con una proiezione del 5% in aumento ogni 5 anni; oggi, quindi, dovremmo essere intorno al 40% di italiani che soffrono di disturbi allergici, più frequentemente respiratori.

La medicina dovrebbe farsi carico di quelle che sono le tante novità emergenti, anche in questo contesto; ma il sistema sanitario, anche locale, è sufficientemente preparato ad affrontare queste “novità” ?

“Le allergie comuni, di fatto, non hanno bisogno di presidii particolarmente attrezzati, è sufficiente un ambulatorio di allergologia per gestire disturbi ordinariamente riferibili allo stato allergico, come le riniti e/o le congiuntivite stagionali e perenni, l’asma, o le orticarie comuni. Molto più rilevante è il fatto che, spesso, le allergie rappresentano solo il primo step di un processo lungo una vita, denominato Marcia Allergica. Voglio dire che, frequentemente accade che le allergie ordinarie evolvano attraverso una serie di passaggi progressivi, oramai molto ben conosciuti e codificati, e che, apparentemente  distanti dall’originaria manifestazione clinica, altro non sono se non la progressione gradualmente evolutiva  di un’iniziale disfunzione immunologica. La stessa disfunzione che può, nel tempo, prevedere l’insorgenza di patologie autoimmuni a carico della tiroide, ovvero di patologie a carico della pelle o dell’intestino.. malattie che, per quanto tra loro apparentemente diverse, dipendono comunque sempre da una causa unica: un’alterata funzionalità del sistema immunitario. Per questo è importante che gli organismi preposti alla gestione della sanità pubblica si rendano conto di quanto importante sia il sistema immunitario nella genesi delle malattie ad evoluzione cronica e si adoperino per far sì che, piuttosto che frazionarle in “disturbi d’organo”, vengano gestite, sulla base delle evidenze offerte dalla Dottrina, in formulazione sinergica e integrata, ciò che comporterebbe grossi vantaggi in termini salutistici ed economici, non solo per i pazienti ma anche per il sistema deputato alla loro presa in carico.

Medicina personalizzata

Oggigiorno si parla sempre più di medicina personalizzata, ma ogni soggetto è unico, di conseguenza un determinato farmaco somministrato ad una persona può essere che non abbia gli stessi effetti di guarigione. Quali sono i limiti e le potenzialità della medicina personalizzata?

“I limiti sono la disorganizzazione di un sistema non ancora sufficientemente preparato a gestire un approccio di questo genere. La medicina di precisione si fonda necessariamente sui principi della biologia molecolare e, dunque, su metodologie operative che prevedono la sinergie tra competenze multiple, evidentemente non solo mediche, inclusive delle nuove professionalità delle quali la Scienza Medica non può più fare a meno. Tutto questo è, d’altro canto, indispensabile per fornire tutti quegli approfondimenti preliminari al disegno di una mappa soggettiva delle caratteristiche individuali, assolutamente irripetibili e delle quali occorre tener conto per ogni eventuale applicazione di tipo farmacologico ma anche nutrizionale.

Se solo provassimo a proiettare tutto questo all’interno del Sistema Sanitario, potremmo avere subito riscontri e ricadute più che positive. Basti immaginare quel che accade ai pazienti cronici, a  quelli anziani o a quelli portatori di patologie tumorali; tutti pazienti costretti ad assumere coktail di farmaci i più diversi. Ad esempio, selezionando per ciascun paziente, attraverso le pratiche virtuose della farmacogenetica, il principio attivo più giusto, alle dosi più corrette e nelle combinazioni farmacologiche meno aggressive, si potrebbe facilmente e più proficuamente impostare un protocollo di cura “tagliato e cucito addosso” ad ogni singola persona ammalata, in tal modo riducendo drasticamente i costi economici e tossici di ogni terapia.

Questo principio vale anche  nelle dinamiche più avanzate dell’allergologia, con particolare riferimento  alla pratica della “immunoterapia allergene-specifica”, il vecchio “vaccino antiallergico”. Grazie alle metodiche proposte dalla Precision Medicine,  è oggi possibile conoscere ed individuare la molecola effettivamente responsabile di un’eventuale sensibilizzazione allergica, contenuta all’interno di un macro-antigene (quale potrebbe essere, ad esempio, il polline delle graminacee o l’acaro della polvere) e, conseguentemente, orientare l’immunoterapia in maniera assolutamente mirata non contro un generico contenitore, ma selettivamente e, dunque, molto più efficacemente, verso il  determinante “genuino” realmente responsabile delle manifestazioni cliniche descritte dal paziente. Tutto questo rientra nell’ambito innovativo della cosiddetta “allergologia molecolare”, in grado di evitare somministrazioni massive e, talvolta, controproducenti, di antigeni  non congrui rispetto alle reali esigenze del paziente”.

C’è un incremento preoccupante delle allergie nella prima infanzia. Quanto è importante il fattore ambientale? Cosa possiamo dire alle famiglie ed ai genitori che si trovano ad affrontare le diverse situazioni allergeniche dei propri figli?

“L’incremento appartiene, come già si diceva in apertura, all’intero complesso delle manifestazioni cliniche riferibili all’allergia. Cero le conoscenze si sono molto evolute, sicché anche l’antica  dicitura con la quale la dermatite atopica, spesso osservata nella primissima infanzia, veniva considerata come patologia a se stante, da gestire con farmaci sintomatici, “tanto poi passa” con l’età dello sviluppo, è stata gradualmente (anche se ancora non diffusamente)  integrata dalla convinzione che, se pure è vero che “passa”, essa lascia  il posto al secondo step di quella “marcia” di cui prima parlavo che, a sua volta, verrà sostituito o integrato dal terzo step  e cosi via.  Voglio dire che certamente, ad un indiscutibile maggior carico e maggiore aggressività di fattori esterni di vario genere già operativi nel corso della prima infanzia,  si sono aggiunti elementi conoscitivi, frutto di incessanti acquisizioni scientifiche,  che consentono di comprendere in maniera più completa ed esaustiva le dinamiche eziologiche e patogenetiche delle malattie immunoallergiche“.

Medicina narrativa

Infine, una piccola parentesi da collocare nell’alveo della medicina narrativa, grazie al libro a suo tempo scritto proprio dal dott. Minelli, intitolato “La Zaira e gli aciti undici”.

E quel libro che ha davanti?

“Questa pubblicazione che risale al 2005 colleziona una serie di spontanee espressioni direttamente raccolte dai pazienti nel corso di mie ordinarie visite mediche e vuole ancora adesso essere solo un esempio preliminare di “narrazione clinica” in diretta, nelle mie intenzioni tutt’altro che comica o irriverente, rispetto alla lettura semplicistica di chi potrebbe considerare questo prodotto come una sorta di “stupidario”, ovvero una pedissequa collezione di strafalcioni.

E’ un’applicazione primordiale della cosiddetta medicina narrativa, nella quale i tanti “neologismi” rompono quella che a volte può sembrare l’incomunicabilità di un linguaggio quasi iniziatico. E’ come infrangere il monopolio della referenzialità professionale, quasi a significare che la salute non è monopolio medico, ma è anche rapporto, dialogo, comunicazione, empatia, il cui segno forte è apprendere, possedere le parole, i termini come comune appartenenza dell’essere e dell’esistere.

È come voler favorire, quasi per translitterazione, il passaggio da una medicina che dà “immunità”, che ci tutela dal “contagio”, ad una tensione “com-munitaria”, ad una volontà di essere “in-comune”.

E di tutto questo il linguaggio, quella che connette molto di più di qualunque apparato ultratecnologico, non può che essere pietra miliare.

Ecco,  “La Zaira e gli aciti undici’ sostanzialmente proponeva questo, in formula immediata, partendo dal vissuto reale ispirato inizialmente da una paziente che di nome faceva Zaira, in una cavalcata letteraria dalla Z alla A, tra confessione e tensione, tra humor e ironia, tra aspirazione e delusione, con un perenne richiamo alla “Pazienza”, virtù medica, ma anche, soprattutto “politica”… “pazienza democratica”, perché l’impazienza non prevalga. Allora come ora!



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