Un evento culturale di ampio respiro dedicato alla buona sanità e vicino ad una diffusa sensibilità sociale. Temi nobili che si rincorrono nella serata di spettacolo dal titolo “Guarire Casomai”, prestata stamattina nelle sale dell’Hotel Patria Palace di Lecce. All’incontro hanno partecipato il medico Mauro Minelli, autore insieme ad Angela Perucca del libro “Un Sistema che non sa guarire. Risanare la Sanità”, Nicola Paparella, preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Pegaso, e Maurizio Madaro, regista del docu-film dal titolo “Sistemi di cura e cure del sistema”. Durante l’incontro con la stampa sono stati resi noti i dettagli dell’evento, in programma Venerdì 27 Gennaio presso il Multisala Massimo del capoluogo salentino. “Abbiamo ricostruito attraverso testimonianze qualificate, in meno di un’ora, le coordinate operative di un’esperienza dedicata alla tutela della salute. Persone prima che sintomi”, ha riferito il dott. Minelli in occasione della conferenza.
Il film docu-fiction, e l’opera letteraria da cui esso deriva, sono fra loro indipendenti. Prodotti culturali interconnessi, ma in qualche modo distinti. In comune, però, hanno l’intento formativo, la premura di offrire un contributo a sostegno della consapevolezza. Da un lato, il libro persegue l’obiettivo con lo stile, la metodologia e la forma della ricerca scientifica; il film, invece, parla oltre che all’intelligenza, anche al cuore e non tenta già di convincere, bensì di muovere verso il cambiamento. Spinge ad interrogarsi e a modificare i comportamenti. Libro e film insieme rappresentano un contributo alla crescita del gruppo sociale. Un gesto di fiducia, perché il sistema (sanitario) sappia porsi al servizio della persona nel segno del bene comune.
In tutto questo, l’Università Telematica Pegaso ha creduto fortemente nel progetto di ricerca che risiede dietro al volume. Nella facoltà di Scienze Umanistiche, presieduta da Nicola Paparella, è già attiva una sezione medica con specialisti che hanno svolto e svolgono ricerche molto apprezzate. Lo stesso prof. Paparella, ha spiegato quanto risulti necessario “liberarci dal rischio paradossale di voler semplificare ad ogni costo la complessità e di rendere inutilmente complesse le cose semplici”.
Del resto, anche nella malattia o nel disagio, quel che conta di più è la persona e la qualità della vita. La capacità di avvertire i richiami delle emozioni oltre che i suggerimenti dell’intelligenza critica.