Costrinse Minelli a dimettersi da responsabile dell’Imid? Indagato Luigi Pepe, presidente dell’Ordine dei Medici

Il pubblico ministero ha notificato l’avviso di conclusione al 70enne di Surano. Egli risponde delle accuse di concussione, abuso d’ufficio aggravato, diffamazione continuata, stalking, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato.

La Procura di Lecce ha chiuso l'inchiesta relativa alle presunte pressioni ed ingerenze sul Centro Imid di Campi Salentina.  Risulta indagato il Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Lecce, Luigi Pepe. Il pubblico ministero Paola Guglielmi, nelle scorse ore, ha notificato l'avviso di conclusione al 70enne di Surano. Pepe risponde delle accuse di concussione, abuso d'ufficio aggravato, diffamazione continuata, stalking, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Riguardo l'ipotesi di concussione, il pm ritiene che il Presidente dell'Ordine dei Medici abbia abusato delle sue qualità e dei suoi poteri. Anzitutto, fino al 19 luglio del 2013, avrebbe costretto  il  dr. Mauro Minelli, a dimettersi dal ruolo di responsabile dell'Imid (Centro di Cura delle Malattie Rare), allo scopo di ottenere la chiusura di tale struttura sanitaria. Secondo il pm, il Centro sarebbe stata osteggiato dal dr. Pepe, poiché "configgente con i suoi interessi al mantenimento di reparti ospedalieri e di attività medica privata, per cui l'Imid rappresentava una concreta e pericolosa concorrenza." Per raggiungere l'obiettivo, egli avrebbe fatto ricorso a minacce verso Minelli ed i suoi collaboratori.
 
Pepe risponde anche dell'accusa di abuso d'ufficio aggravato. Fino al mese di aprile di quest'anno, avrebbe messo in atto cinque procedimenti disciplinari contro Minelli, mentre si sarebbe dovuto astenere, in considerazione dell'ostilità pubblicamente manifestata nei confronti del Direttore dell'Imid. Inoltre, si sarebbe rifiutato di prendere atto della rinuncia di Minelli, all'iscrizione all'Albo di Lecce ( in data 21/07/2014) e della sua iscrizione a quello di Potenza. Avrebbe così omesso di aggiornale l'Albo Nazionale, affinché questi venisse sottoposto al potere disciplinare dell'Ordine dei Medici di Lecce. Infine, Pepe avrebbe trasmesso un esposto da lui ricevuto sull'operato di Minelli ai NAS, alla Regione Puglia, all'Asl ed alla Procura, senza i dovuti accertamenti, al solo scopo di danneggiarlo.
 
La Procura ipotizza anche il reato di diffamazione a carico del Presidente dell'Ordine dei Medici. In data 8 gennaio del 2013, nel corso di un colloquio con tre medici in servizio presso il Centro Imid, Pepe avrebbe messo in dubbio la liceità delle metodologie mediche adottate da Minelli. Invece, tra il 3 ed il 4 agosto dello stesso anno, inviava una lettera con allegata rassegna stampa sulla chiusura dell'Imid, ad alcune personalità scientifiche ed al Sindaco di Potenza ( dove era molto conosciuto, poiché svolgeva un'intensa attività professionale). L'anno dopo, in data 10 marzo, Pepe avrebbe apostrofato Minelli come "mascalzone" in presenza di più persone oppure accusato di avere ricevuto soldi da una donna, per delle prestazioni ricevute in Ospedale. Avrebbe anche affermato che "la sospensione disciplinare era solo il primo passo" e che gli "stava preparando qualcosa di molto più serio" .
 
Inoltre, nella conferenza stampa del 4 ottobre, l'avrebbe definito "persona poco chiara, millantatore, usurpatore di titoli, truffatore, incompetente ecc.. In quell'occasione, Pepe avrebbe consegnato ai giornalisti documenti ed articoli riguardanti l'attività d'indagine della Procura nei confronti di Minelli. Il Presidente dell'Ordine dei Medici deve difendersi anche dell'accusa di stalking. Egli avrebbe messo in atto, a partire dal dicembre del 2012, una serie di atti persecutori nei confronti di Minelli, consistenti in telefonate, lettere; oppure procedimenti disciplinari ed inviti a comparire. Questi comportamenti avrebbero cagionato nella presunta vittima, stati d'ansia e depressivi che l'avrebbero indotto ad allontanarsi da Lecce e dalla sua famiglia .
 
Inoltre, vi è l'ipotesi di reato di "violenza o minaccia per costringere a commettere un reato". Pepe, il 5 aprile di quest'anno, avrebbe chiesto per mezzo di minacce, al Presidente dell'associazione di malati di S.C.M. ( sensibilità chimica multipla, patologia di cui si occupava l'IMID), nonché paziente di Minelli, di calunniare quest'ultimo. In che modo? Invitandola a scrivere in sua presenza, una lettera ai Carabinieri. L'indagato le avrebbe messo messo davanti un foglio ed una penna e l'avrebbe "invitata" a formulare una denuncia, proferendo nei confronti della scrivente, frasi del tipo "Non sei ancora morta?".

La chiusura delle indagini, durate circa sei mesi, è arrivata dopo che il gip Alcide Maritati ha accolto l'opposizione alla richiesta di archiviazione dei legali della parte offesa, il dr. Mauro Minelli. Gli avvocati Giuseppe Terragno e Anna Centonze, difensori dell'ex Direttore del Centro di Cura delle Malattie Rare, avevano presentata l'istanza all'Ufficio Gip, dopo che il pubblico ministero Paola Guglielmi aveva chiesto di archiviare il procedimento. Il Presidente dell'Ordine dei Medici, difeso dall'avvocato Mariangela Vanessa Pepe, potrà adesso chiedere entro venti giorni, di essere interrogato dal pm, oppure presentare le memorie difensive. In seguito, il pm deciderà se chiedere nuovamente l'archiviazione del procedimento o esercitare l'azione penale nei confronti di Pepe, chiedendo il rinvio a giudizio. 
 
L'inchiesta prese avvio dalla denuncia presentata il 17 settembre 2014 dal dr. Minelli, seguita da numerose integrazioni. Egli  fu sospeso con un provvedimento disciplinare, adottato dal Consiglio dell'Ordine dei Medici; gli veniva contestato di essersi attribuito il ruolo di direttore dell'Imid, nonché di professore, pur non avendo acquisito la qualifica di Primario. La Cceps ( Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie del Ministero della Salute) ha poi confermato il provvedimento emesso dall'ordine leccese, su cui è tuttora pendente un ricorso degli avvocati difensori di Minelli.
 
La Cassazione ha rilevato la sospetta illegittimità costituzionale della norma che stabilisce la presenza, tra i componenti della Commissione, di un elemento designato dal Ministero Della Salute, che è controparte, in questo caso, del ricorrente  Minellli. Si è dunque in attesa della decisione della Corte Costituzionale

Il dott. Minelli ritiene di non aver mai apposto le diciture di "professore" e "direttore"nella propria carta intestata. Inoltre, egli ha rinunciato all'iscrizione presso l'Ordine di Lecce, trasferendo la propria residenza in Provincia di Potenza e chiedendo l'iscrizione presso l'Albo di quella città.



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