Guardia Medica a rischio chiusura, Perrone: ‘Pericolo di abbandonare il cittadino a se stesso’

Sulla paventata chiusura del servizio interviene il primo Cittadino di Lecce che solidarizza con il Sindacato Medici italiani. Oggi i camici bianchi davanti alla Camera dei Deputati per protestare contro il provvedimento.

Sono accanto al Sindacato Medici Italiani nella lotta contro l'eliminazione, dalle 24 alle 8, della guardia medica di continuità che avrà come inevitabile conseguenza la chiusura delle postazioni di assistenza medica”, con queste parole il Sindaco di Lecce Paolo Perrone, commenta l’iniziativa, cui ha dato vita il Sindacato Medici Italiani che, questa mattina, di fronte alla Camera dei Deputati sono scesi in piazza sulla paventata chiusura del servizio di Guardia Medica.
 
“Oggi non potrò essere presente alla Manifestazione di protesta a Roma davanti alla Camera dei Deputati – prosegue il Primo Cittadino del capoluogo – ma intendo  comunque sottolineare il mio pieno sostegno alla causa: chiudere nelle ore notturne, e perciò le più delicate, il servizio di guardia medica significa minare alle radici i principi fondanti della sanità pubblica e territoriale”.
 
Lo Smi denuncia la grave situazione in cui rischia di precipitare l’organizzazione della Continuità Assistenziale e dell’Emergenza-Urgenza, con la prospettata approvazione dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo della Convenzione dei Medici di Medicina Generale e Pediatri. Un provvedimento che avrà, come inevitabile conseguenza, la chiusura di tutte le postazioni di Guardia Medica e l’inevitabile uso improprio del 118 e il sovraccarico del Pronto Soccorso.
 
“Smantellare, senza alcun criterio, l'impostazione attuale senza tener conto di quello che pure vero essere un danno al cittadino è una assoluta follia: riorganizzare il sistema sanitario territoriale in H16 (l'assistenza territoriale basata sulle 16 ore e con il servizio notturno affidato all’emergenza-urgenza118, ndr) è un conto, abbandonare i cittadini a se stessi, un gravissimo rischio”.
  
Con il Sindacato dei medici italiani, sono scesi in piazza anche Cgil-Cisl-Uil, Simet, una delegazione dell'Anci piccoli comuni – dove si teme possa diventare molto complicato essere certi dell'assistenza – e associazioni di consumatori.



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