“Se Lele dei Negramaro muore sono contento”, l’odio gratuito corre in rete. Selvaggia Lucarelli lo smaschera

Selvaggia Lucarelli, impegnata a combattere l’odio social, ha smascherato un hater contento che Lele Spedicato sia stato colpito da un’emorragia cerebrale.

Centinaia. Migliaia di persone, famose e non, stanno facendo il tifo per Lele Spedicato, il chitarrista dei Negramaro che sta combattendo la sua battaglia contro l’emorragia cerebrale che lo ha colpito in un giorno qualunque di settembre, mentre si trovava nella sua abitazione salentina insieme alla moglie Clio che lo renderà padre di un bel maschietto. Non si contano gli incoraggiamenti accompagnati dall’immancabile hashtag #ForzaLele. Eppure, c’è sempre una voce fuori dal coro, anche quando non dovrebbe esserci, anche quando le parole dovrebbero lasciare spazio al silenzio e alla speranza, visto il momento delicato. Anche quando si dovrebbe tacere, almeno per rispetto del il dolore altrui.

Questa voce fuori dal coro è quella di un fumettista, seguito da migliaia di persone che, mentre la notizia del malore e del ricovero del musicista ha iniziato a diffondersi lasciando i fan nell’angoscia più totale, ha ben pensato di indossare il vestito da “pecora nera” per comunicare a tutti che se Lele dovesse morire, lui sarebbe contento.

«Ho letto che il chitarrista dei Negramaro ha avuto una emorragia cerebrale e io che pensavo che oggi era una giornata di merda», ha commentato commettendo, allo stesso tempo, un errore e un orrore.

A “sputtanarlo”, passando il termine, è stata Selvaggia Lucarelli che da anni sta combattendo la sua personale battaglia contro chi semina messaggi d’odio in rete.

«M.S. (non mettiamo le iniziali solo perché non merita, ma chi volesse dare un volto al “genio” può leggerlo nel post della blogger) si sveglia una mattina e decide di utilizzare questo mezzo potente e bellissimo che è Facebook, per comunicare a tutti che se muore il chitarrista dei Negramaro lui è contento? Non lo so. Nega – si legge sul profilo dalla Lucarelli – che sia una provocazione e vabbè. Parla della solita libertà di dire quel che si vuole, che ormai è l’alibi del coglione. Continua con le scemenze nei commenti. E fin qui nulla di nuovo. Il problema è che un adulto mediamente evoluto come lui, rispondendo a chi gli fa notare quanto sia stato becero e gratuito, ritenga che non si possa giudicare una persona per quello che scrive su internet».

Non si è trattato di una frase formulata male o di un errore di interpretazione. Perché nei commenti, il leone da tastiera ha ribadito il concetto: «So contento che abbia avuto un’emorragia. Oh sarò libero di essere contento se uno sta male?» ha scritto, rincarando la dose. A chi gli fa notare la cattivera gratuita, il fumettista replica perentorio «Sono felice se muore uno che per me fa musica di merda e non costringo nessuno a pensarla come me» aggiungendo che trova irrilevante il fatto che si stia parlando di un futuro papà.

«Gli amici, i parenti, le persone che vogliono bene a Lele non hanno possibilità di ascoltare le tue idiozie. Qui le leggiamo tutti, compresi (potenzialmente) loro.  E immagino – conclude Selvaggia –  che il nostro eroe del giorno, se quegli amici, quei parenti, fossero seduti al bar, se ne starebbe ben zitto. Se vi piace la provocazione, almeno assumetevi il rischio di un pugno in faccia».



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