Santa Cesarea Terme muove i primi passi per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre

Il comune avvierà l’iter di conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, bersagliata negli ultimi mesi da insulti e minacce sui social.

Dopo una riunione con i capigruppo di minoranza e maggioranza, il presidente del consiglio comunale di Santa Cesarea Terme ha dato mandato all’assessore alla cultura di avviare l’iter per il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

Con Torino, Pisa, Mantova, Biella e Massa, solo per citarne alcuni, anche il comune del Sud Salento potrebbe stringersi con questo riconoscimento formale attorno alla senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti e da anni protagonista di una campagna di sensibilizzazione volta al ricordo dello sterminio degli ebrei e alla denuncia di ogni forma di violenza e discriminazione. Fenomeni che negli ultimi mesi hanno interessato la stessa Segre, finita sotto scorta – a 89 anni e dopo le angherie dei lager nazisti – a causa di insulti e minacce ricevute quotidianamente sui social. Circa 200 al giorno, secondo i dati confermati dal Centro di documentazione ebraica contemporanea.

Un’ingiustificata ondata di riprovazione cui fa da contraltare la vicinanza dei comuni di tutta Italia, testimoniata anche dalla manifestazione “L’odio non ha futuro” che nel pomeriggio di ieri ha portato 600 sindaci di comuni da Nord a Sud a sfilare a Milano con la fascia tricolore per dire no a qualsiasi forma di fanatismo, perché “l’unico fanatismo ben accolto – come detto ieri nel corso della manifestazione – è quello per la libertà, la democrazia e il rispetto degli altri”. “Ho protocollato personalmente, in data 3 dicembre c.m. la richiesta di conferimento di tale onorificenza alla Senatrice – dice Daniele De Santis, studente di scienze politiche dell’Università del Salento e promotore dell’iniziativa –  perché ritengo che, in un’epoca in cui i testimoni oculari dell’Olocausto sono sempre meno (è recente la notizia, infatti, della scomparsa di Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti al più grande campo di sterminio nazista) sia necessaria una presa di posizione forte, ufficiale e simbolica da parte delle Istituzioni tutte, per manifestare gratitudine, vicinanza e solidarietà alla Senatrice, in particolare da un Comune come quello di Santa Cesarea Terme che già in passato, in un’Italia resasi complice dello sterminio di sei milioni di persone e con una popolazione affamata e provata dagli anni della guerra, ha scelto di essere terra di accoglienza.

A partire dal settembre 1943, infatti, verso la Puglia confluì un flusso di profughi e rifugiati ebrei di varia nazionalità. I superstiti, giunti sulle coste del Salento e insediati nelle ville signorili requisite dalle forze alleate, ricordano il territorio salentino come un luogo di convalescenza, di rigenerazione e ritorno alla normalità. La presenza liberatrice del mare e, soprattutto, la gentilezza e la disponibilità della popolazione locale sono i fattori che maggiormente emergono dalle numerosissime testimonianze”.



In questo articolo: